Corpo, materia e identità alla Biennale Arte di Venezia
ARTE
In attesa dell'apertura ufficiale al pubblico il prossimo 23 aprile, la 59. Esposizione Internazionale d'Arte schiude le porte agli addetti ai lavori. Svelando le peculiarità della mostra curata da Cecilia Alemani fra il Padiglione Centrale dei Giardini e le Corderie dell'Arsenale.
Conto alla rovescia per l'apertura al pubblico de Il latte dei sogni, la Biennale 2022 curata da Cecilia Alemani. Dal 23 aprile al 27 novembre, infatti, l'attenzione sarà puntata sulla 59. Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia, che torna sotto i riflettori dopo la lunga assenza causata dalla pandemia.
Nel frattempo la kermesse lagunare ha schiuso le sue porte agli addetti ai lavori, svelando, in particolare, gli esiti della mostra ideata da Alemani per il Padiglione Centrale ai Giardini e le Corderie dell'Arsenale. Una mostra dalla forte impronta attuale, che individua nel corpo, nell'identità e nell'ibridazione i fulcri attorno ai quali si dipana una consapevole indagine sulle dinamiche e sulle urgenze del presente.
LA MOSTRA DI CECILIA ALEMANI ALLA BIENNALE DI VENEZIA
Il racconto espositivo restituisce la meritata visibilità all'universo femminile ‒ assoluto protagonista negli ambienti del Padiglione Centrale ‒, suggerendo un superamento delle logiche binarie in favore di un approccio fluido, che azzera le distanze generazionali e consente di affiancare opere legate a epoche diverse, ma accomunate da una riflessione sul corpo fra passato e futuro.
Le cinque "capsule del tempo", progettate da Formafantasma, rendono questo impianto ancora più efficace, accorciando ulteriormente le distanze tra gli esiti creativi di ieri e quelli di oggi, nell'ottica di porre in discussione stereotipi e limiti temporali. TEMI E OPERE FRA I GIARDINI E L'ARSENALE
Dalla materia alla tecnologia, passando per la dialettica sempre più complessa fra essere umano e mondo naturale, la mostra firmata da Alemani punta soprattutto sulla pittura, sulla fotografia e sul linguaggio grafico per scomporre e ricomporre tematiche universali, lasciando alle installazioni e alla scultura il compito di "occupare" gli snodi concettuali del percorso ‒ come il poderoso elefante di Katharina Fritsch all'inizio del Padiglione Centrale o l'inquieto giardino allestito da Precious Okoyomon al termine dell'itinerario nella Corderie. Anche le opere video giocano un ruolo puntuale, senza eccedere in termini di presenza, ma rafforzando alcuni passaggi del racconto espositivo ‒ un esempio su tutti l'opera di Eglė Budvytytė, che condensa sforzo, tenacia e ineluttabilità, aspetti ben radicati nel nostro tempo.
[Immagine in apertura: Biennale Arte 2022, Corderie dell'Arsenale, Venezia. Photo Irene Fanizza]