Studio di Anselm Kiefer per circa quindici anni, a partire dal 1992, La Ribaute apre le sue porte al pubblico. Si tratta di una vecchia fabbrica collocata nel sud della Francia, trasformata in museo. Un enorme “contenitore” che racchiude ed esalta tutta la poetica dell'artista tedesco.

Mentre prosegue con successo la mostra al Palazzo Ducale di Venezia, con una colossale installazione site specific, Anselm Kiefer dà il via a una nuova impresa. Un progetto imponente e poetico – come di consueto nella pratica dell'artista tedesco –, ospitato questa volta in uno dei luoghi simbolo della sua ricerca. A partire dalla prossima estate aprirà infatti ufficialmente le sue porte La Ribaute, l'enorme museo all'aperto realizzato in quello che fu uno dei primi studi del settantasettenne pittore e scultore.IL MUSEO OUTDOOR DI ANSELM KIEFER Si tratta di una vecchia fabbrica di seta collocata a Barjac, piccolo comune della Francia meridionale (a circa 70 km da Avignone): un luogo assolutamente periferico, immerso nel verde, e scelto dall'artista nel 1992 – anno nel quale decise di acquistare l'intero immobile dismesso, trasformandolo in un luogo di lavoro adatto a contenere le sue opere di dimensioni spesso monumentali (si pensi, ad esempio, ai Sette Palazzi Celesti, le iconiche torri in cimento armato custodite dal Pirelli HangarBicocca di Milano).LA CASA-STUDIO DI KIEFER A BARJAC Base dell'artista per quindici anni (fino al 2007, quando Kiefer trasferì il suo studio nei pressi di Parigi), la sede di Barjac si è trasformata con lo scorrere degli anni in una sorta di museo personale e opera d’arte totale. Qui, su una superficie di circa 400mila metri quadrati, l'artista ha conservato numerose opere prodotte nel corso del tempo, aggiungendone di nuove e persino chiamando colleghi internazionali a contribuire a questa favolosa installazione in e outdoor: tra gli autori che hanno partecipato destinando un'opera al progetto figurano Laurie Anderson, Valie Export e Giovanni Anselmo.L'APERTURA DEL MUSEO Il risultato è un luogo “sospeso”, ricco di circa ottanta opere site specific collocate all'esterno e all'interno della vecchia fabbrica, e persino tra i suoi tunnel e cunicoli sotterranei. I temi che emergono osservando i lavori sono quelli che abbiamo imparato ad apprezzare della ricerca di Kiefer: la relazione tra uomo e natura, i riferimenti alla storia del pensiero e della filosofia occidentale si palesano potenti nei “vuoti” e nei “pieni” di questo spazio allo stesso tempo privato e universale. Un luogo costruito anno dopo anno, strato su strato, che a partire dalla prossima estate la Eschaton–Anselm Kiefer Fondation renderà finalmente accessibile al pubblico. [Immagine in apertura: Die Himmelspaläste, 2003-2018. Photo Charles Duprat / Copyright Anselm Kiefer]
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