L'architettura di Kengo Kuma fra tradizione e modernità
ARCHITETTURA
Figura chiave dell'architettura contemporanea, Kengo Kuma è al centro di una nuova monografia in formato XXL. Un tributo alla ricerca del progettista giapponese e alle sue opere più rappresentative.
Insieme ai colleghi Tadao Ando, Toyo
Ito e Fumihiko Maki, Kengo Kuma è certamente il progettista che più
di tutti ha contribuito a donare nuovo vigore e leggerezza
all'architettura del Paese del Sol Levante. Voltando le spalle al
grattacielo di stampo modernista, Kuma si è messo sulle tracce
dell'antico Giappone, traducendo le abilità tecniche degli artigiani
della sua terra in strumenti per costruire edifici innovativi e a
passo con i tempi.
Nelle sue architetture risorse locali,
attenzione per l'ambiente e tradizione si fondono per dare vita a
opere realmente sostenibili. Prova ne sono l'emblematico Museo d’arte
popolare dell’Accademia cinese di Belle Arti di Hangzhou –
costruito utilizzando tegole di scarto – e la Bamboo House di
Nishinomiya – interamente composta di canne di bambù.
LA MONOGRAFIA SU KENGO KUMA
A rendere omaggio al pluripremiato
architetto, autore dello Stadio nazionale del Giappone costruito a Tokyo per
i Giochi Olimpici del 2020, è oggi la casa editrice Taschen, che
porta sugli scaffali un'appassionante monografia interamente dedicata
alla produzione del progettista di Yokohama.
Disponibile anche in edizione limitata
(con cofanetto in legno e stampa firmata), il
libro – dal titolo Kuma. Complete Works 1988–Today
(nell'immagine in apertura, courtesy Taschen) – ripercorre le tappe
più importanti della carriera dell'architetto, analizzando nel dettaglio i progetti cruciali e le opere ancora in fase di
realizzazione. Ad arricchire il volume testi, approfondimenti e circa
cinquecento illustrazioni in formato XXL tra fotografie, schizzi e
planimetrie.