Amori e ossessioni nella città onirica di Lorenzo Mattotti
LETTERATURA
Amore e violenza. Nel nuovo libro d'artista di Lorenzo Mattotti i sentimenti sono protagonisti. Si ama, si odia, si lotta e si ama di nuovo. Una sequenza di tavole che parlano del mondo, della città, di noi.
In un certo senso, il nuovo libro di
Lorenzo Mattotti – formidabile protagonista dell'illustrazione
contemporanea – è un libro “ciclico”. Perché comincia con
l'amore e, dopo mille digressioni che toccano la violenza e la
rabbia, si conclude ancora con l'amore.
I sentimenti sono d'altronde il
vero leitmotiv dell'intera opera dell'artista bresciano, apprezzato
anche oltreconfine per il suo stile fluido e sognante: coniugando Espressionismo tedesco, influenze cinematografiche e realismo
americano, l'artista è riuscito a creare nel corso degli anni un
linguaggio che fosse in mutamento costante, capace di adattarsi a
mezzi e tecniche differenti (si pensi, ad esempio, alla sua incursione nel mondo del cinema, con il film La famosa invasione
degli orsi in Sicilia).
IL NUOVO LIBRO DI LORENZO MATTOTTI
Il libro in questione, appunto, è uno
spaccato eccellente dell'abilità tecnica e pittorica del maestro,
riassumendo molte (eppure solo una parte) delle tecniche e degli
stili pittorici toccati dall'autore. Si intitola Città, incroci,
amori e tradimenti, ed è un'incantevole sequenza di disegni che
affondano le radici nel primo lockdown.
È in quella prima fase di immobilità e straniamento collettivo che Mattotti decide di fermarsi e
disegnare su taccuini di formato quadrato dettagli del mondo esterno,
approfondendo temi fino a quel momento soltanto accennati nella sua
produzione: è il caso della ritualità ancestrale tra uomo e donna,
o delle danze e delle risse metropolitane (disegni ispirati agli
affreschi di Pisanello nel Palazzo Ducale di Mantova e qui caricati
di significato proprio in risposta alle misure di distanziamento
anti-Covid).
CITTÀ, INCROCI,
AMORI E TRADIMENTI
Portato sugli scaffali da Logos
Edizioni (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina), e impreziosito da un design elegante e curato, il libro è un
incantevole poema visivo senza inizio e senza fine. Non ci sono
parole, neanche due righe di descrizione. Il palcoscenico è tutto
per le immagini, che scorrono davanti agli occhi del lettore insieme
ai loro soggetti.
Al centro di ogni scena ci sono sempre
loro, o meglio: noi, le persone. Protetti dalle mura della città o
tra le pareti di un'abitazione chiusa a chiave, in corsa per le
strade di una metropoli o stretti sul dancefloor di un locale notturno,
i protagonisti delle tavole si abbandonano alla passione, incrociano
sguardi circospetti, stringono amicizie, litigano e si scontrano con
violenza (per poi incontrarsi di nuovo di fronte al precipizio e
lasciarsi andare a un lungo abbraccio, per non cadere nel vuoto). Non a caso, il volume si chiude
con un uomo e una donna affacciati a un balcone, che guardano davanti
a sé, forse pronti a intraprendere un nuovo viaggio.