A Venezia la mostra che unisce arte e meteo
ARTE
Scienza e gesto artistico fanno squadra nella sede veneziana dalla Fondazione Prada: la mostra che sta per alzare il sipario si interroga sui significati del tempo meteorologico nelle opere d'arte, con un chiaro rimando alla crisi climatica globale.
Il tempo meteorologico è un aspetto che accompagna da sempre l'esistenza umana, incidendo sul suo destino e anche sulla sua storia culturale. Ad approfondire questo assunto è la mostra in programma a Ca' Corner della Regina, sede veneziana della Fondazione Prada, dal 20 maggio al 26 novembre prossimi. Improntato alla ricerca, come già la rassegna Human Brains: It Begins with an Idea, andata in scena nel 2022 all'interno dei medesimi spazi, il nuovo appuntamento espositivo combina ancora una volta le potenzialità del linguaggio scientifico e di quello creativo per rispondere a una delle sfide del presente, in questo caso il cambiamento climatico.
GLI ARTISTI E IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Ideata dal curatore Dieter Roelstraete, Everybody Talks About the Weather punta a "inquadrare la
crisi ambientale e il suo innegabile impatto sulla nostra vita attraverso l'evocazione, la
rappresentazione e l'analisi dei fenomeni meteorologici. Il clima è un tema globale e
universale, che influenza le azioni e i destini di
donne e uomini in tutte le regioni del mondo.
Parlare oggi di meteo significa quindi parlare e preoccuparsi del futuro di tutti", come sottolinea Miuccia Prada, presidente di Fondazione Prada.
Le opere di oltre cinquanta artisti contemporanei si alterneranno a una selezione di lavori storici, innescando così un dialogo fra passato e presente nel segno di un tema, quello climatico, che diventa chiave di lettura per comprendere le vicende umane e il tortuoso percorso che ha portato l'intero pianeta sull'orlo di una delle crisi più tragiche di sempre. Ispirandosi, nel titolo, allo slogan riprodotto in un
manifesto realizzato nel 1968 dalla
Sozialistischer Deutscher
Studentenbund (Unione Studentesca Socialista Tedesca), raffigurante Karl Marx, Friedrich
Engels e Vladimir Lenin, ovvero "Alle reden vom Wetter. Wir nicht”
(Tutti parlano del
tempo. Noi no), la mostra ribalta questo punto di vista, lasciando emergere l'urgenza di un fenomeno che non può e non deve più essere ignorato. Come afferma il curatore, "a distanza di cinquant'anni, è difficile immaginare uno slogan politicamente suicida
come questo
perché
‘il tempo’
è
semplicemente il fatto più importante della vita di cui tutti
parlano già o di cui dovrebbero parlare.
‘Tutti parlano del tempo’
–
o tutti dovrebbero parlare
del tempo
–
per la semplice ragione che l’attuale crisi climatica potrebbe essere la più
grande minaccia esistenziale che l'umanità abbia mai dovuto affrontare nei suoi 100mila
anni
di storia
–
e come tale è sulla buona strada per diventare l'unica cosa di cui si parla ancora.
Tuttavia
il cambiamento climatico rimane un argomento
stranamente assente
nell'ampio
spettro delle questioni che attirano l'attenzione del
mondo dell'arte
mainstream".
LA MOSTRA ALLA FONDAZIONE PRADA DI VENEZIA
Interventi artistici storici come quelli di Gustave Courbet, Katsushika Hokusai o Plinio Nomellini entreranno in un rapporto dialettico con quelli più recenti di Giorgio Andreotta Calò, Theaster Gates, Jason Dodge, dimostrando come l'elemento meteorologico sia presente da secoli nella riflessione degli artisti, che ne hanno registrato le ricadute sul proprio presente. Linguaggi, stili ed epoche differenti comporranno un'indagine trasversale sul "tempo", affiancati da un solido apparato scientifico, veicolato da più di cinquecento libri, pubblicazioni, articoli e da materiali video e interviste ad attivisti e studiosi, chiarendo al pubblico le fonti da cui ha tratto origine la poderosa ricerca alla base della mostra veneziana.
[Immagine in apertura: Richard Onyango, Tsunami,
2005. Courtesy
The Jean
Pigozzi African Art Collection. Photo: Maurice Aeschimann, Genève]