La fotografie inedite e a colori di Werner Bischof in mostra a Lugano
FOTOGRAFIA
Il MASI Lugano, nella sede del LAC, sul lago di Lugano, ospita la mostra dedicata a uno dei maestri del fotoreportage: lo svizzero Werner Bischof, inedito maestro del colore.
Dal 12 febbraio al 2 luglio 2023 il MASI Lugano nella sede del LAC farà da
sfondo alla mostra Werner Bischof. Unseen Colour: un centinaio di stampe
digitali a colori inedite dai negativi originali del grande fotografo
svizzero e restaurati per l'occasione. Nonostante
sia stato reso immortale dai suoi memorabili reportage in bianco e nero successivi
alla Seconda Guerra Mondiale, Bischof aveva maturato un precoce interesse per
la fotografia a colori, all'epoca ritenuta di serie B. Il merito di questa
colorata riscoperta è da attribuire al figlio dell'artista, Marco Bischof, che
dirige l'archivio del padre e pertanto ha avuto modo di studiare le lastre di
vetro originali.
WERNER BISCHOF PIONIERE DEI COLORI
L'esposizione Unseen Colour evoca l’intera carriera di
Bischof attraverso le macchine fotografiche da lui utilizzate: oltre
alla ben poco manovrabile Devin Tri-Color, basata sul sistema della tricromia, l'artista infatti utilizzò anche
una Rolleiflex, con i peculiari negativi di forma quadrata, e in
seguito anche una leggera Leica per i suoi reportage più avventurosi. Grazie alla
Devin Tri-Color degli inizi, da abbinare al cavalletto, Bischof si cimenta con
le nature morte, le composizioni astratte e persino con le fotografie di moda. Usando
questa macchina documenta anche la devastazione bellica in Europa, dando forma al celeberrimo e agghiacciante ritratto del bambino di Roermond, nei Paesi
Bassi, con il volto segnato dalle cicatrici provocate dall'esplosione di una
mina. I suoi terribili scatti di Dresda, Berlino e Colonia sono ormai passati
alla storia.
LA FOTOGRAFIA SECONDO BISCHOF
La Rolleiflex 6x6 invece permette un tipo di fotografia ben
più libera, complice la possibilità di studiare la composizione in maniera più
efficace: qui Bischof raggiunge i risultati artisticamente forse più
interessanti. Dopo aver percorso in lungo e in largo l'Europa, l'artista
intraprende un intenso viaggio che lo porta in Asia all'inizio degli anni
Cinquanta. Il Giappone con le sue atmosfere sospese conquista l'immaginazione
del fotografo. Saranno proprio le foto realizzate nel Paese del Sol Levante,
pubblicate fra le pagine del libro Japon, a fargli ottenere il Premio
Nadar nel 1955. L'ultima parte della mostra segue l'evoluzione stessa della
tecnologia fotografica: le immagini scattate con la leggerissima Leica saranno
infatti straordinariamente vivaci: Bischof si reca in quegli anni
negli Stati Uniti e poi in America Centrale. Le antichità misteriose della
cultura Inca sono protagoniste anche del suo viaggio in Perù. Proprio un
incidente sulle Ande nel 1954 gli risulterà fatale, interrompendo bruscamente
la sua carriera e al contempo facendo nascere il suo mito. Bischof fu tra i
primi fotografi a intuire la rivoluzione del colore che da lì a poco avrebbe
mostrato il suo pieno potenziale.[Immagine in apertura: Werner Bischof, Orchidee (studio), Zurigo, Svizzera, 1943, Stampa a getto d’inchiostro da ricostruzione digitale, 2022 © Werner Bischof Estate / Magnum Photos]