A un anno e mezzo dall'avvio, il rilievo digitale di Palazzo Pitti è stato ultimato. Il monumentale edificio, situato nel cuore di Firenze, dispone ora di un accurato e fedele modello tridimensionale, che potrà essere utilizzato anche in vista di futuri interventi di restauro e manutenzione. La ricostruzione ha ridato vita ad ambienti persi per secoli.

"Gli Uffizi si confermano di nuovo all’avanguardia dello sviluppo tecnologico: il gemello digitale, fedele fino al millimetro, di Palazzo Pitti non ha soltanto un enorme valore come documentazione dello status della Reggia, ma offre anche dati per la conoscenza e la ricerca storica". Con queste parole, Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt ha commentato la conclusione delle operazioni necessarie per la realizzazione del modello 3D della reggia fiorentina nelle cui stanze, a ridosso del giardino di Boboli, nei secoli vissero i Medici, gli Asburgo-Lorena e i Savoia. IL MODELLO DIGITALE DI PALAZZO PITTI Un tempo residenza nobiliare e oggi sede di cinque musei, il monumentale complesso architettonico dispone dunque di un accurato "omologo digitale". Il modello rappresenta uno strumento "importantissimo per le progettazioni delle manutenzioni e dei restauri", come precisato dallo stesso Schmidt, che potrà essere utilizzato anche per "sviluppare delle esperienze per i visitatori nelle quali potranno vedere spazi normalmente non accessibili, oltre alla nascita e alla ‘crescita’ del Palazzo attraverso i secoli”. Per raggiungere questo risultato sono state coinvolte varie professionalità e le Gallerie degli Uffizi, attraverso il coordinamento dell’architetta Elena Pozzi, hanno collaborato con gli specialisti del Dipartimento di ingegneria civile e ambientale dell’Università di Firenze, a partire dalla professoressa Grazia Tucci. Sull'immobile sono state condotte operazioni di topografia, di fotogrammetria terrestre e con droni, oltre a scansioni laser. Il modello ottenuto è considerato un unicum: mai prima d'ora era stato compiuto un intervento di questa natura su un edificio storico civile di tali dimensioni, oltre che estremamente articolato e oggetto nei secoli di trasformazioni e variazioni d'uso. I SEGRETI DI PALAZZO PITTI SVELATI DALLA RICOSTRUZIONE 3D Fra gli aspetti più interessanti di questa ricostruzione tridimensionale rientra il "recupero" di ambienti scomparsi da secoli, perché demoliti. A riprendere vita, ad esempio, è lo scalone "a lumaca" originariamente realizzato nel Cinquecento dal celebre architetto e scultore toscano Bartolomeo Ammannati, a ridosso dell'omonimo cortile interno della reggia, che fu in seguito sostituito. In altre parole è possibile vedere com'era (e com'è poi diventata) la più celebre architettura dell'Oltrarno fiorentino. Infine, in aggiunta agli spazi esterni e alle strutture architettoniche, questa dettagliata versione digitale di Palazzo Pitti comprende tutti gli interni della residenza medicea, fra cui opere, addobbi, suppellettili e apparati decorativi. Una risorsa preziosa che, attraverso 20 tera di dati immagazzinati, "permetterà all’amministrazione di curare, manutenere e valorizzare in maniera più efficiente il complesso architettonico, integrando tra loro le informazioni geometriche, materiali, storiche, termoidrometriche", ha sottolineato l'architetta Pozzi. [Immagine in apertura: Courtesy Gallerie degli Uffizi e University of Florence]
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