L'arazzo che riproduce il celebre dipinto di Pablo Picasso era stato ritirato un anno fa su richiesta della proprietà: la famiglia Rockefeller. Monito contro le devastazioni di tutte le guerre, l'opera ha fatto ritorno nella sede delle Nazioni Unite, ma questa collocazione non sarà più permanente.

Aveva raggiunto un'eco internazionale la notizia della rimozione dell'arazzo Guernica di Pablo Picasso dalla sua "storica" sede: l’ingresso del consiglio di sicurezza dell’ONU, a New York. A richiedere (e ottenere) il ritiro dell'opera da questo luogo, originariamente scelto per tenere sempre alta l'attenzione dei diplomatici sul dramma della guerra, era stata la famiglia Rockefeller, proprietaria dell'opera, che è la riproduzione tessile dell'omonimo dipinto. A poco meno di un anno di distanza dall'accaduto, si torna a parlare della vicenda per un, forse inatteso, "dietro-front". L'arazzo Guernica ha fatto ritorno nel quartier generale delle Nazioni Unite ed è di nuovo allestito nel medesimo spazio che occupava dal 1985, rimasto vuoto in questi mesi.IL RITORNO DELL'ARAZZO DI PICASSO ALL'ONU Simbolo riconosciuto dell'orrore della guerra, Guernica è uno dei capolavori di Picasso ed è conservato al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid. Probabilmente meno conosciuta è la storia dell'arazzo che ne ripropone fedelmente le scene di dolore e angoscia: fu realizzato diciotto anni dopo il grande dipinto, su commessa di Nelson Rockefeller, nella bottega della textile artist francese Jacqueline de la Baume Dürrbach, con la supervisione del maestro spagnolo.  A commentare la scelta di riposizionare l'opera nella sua precedente sede è stato il Segretario Generale ONU: in una lettera del 15 dicembre 2021, ha parlato di "notizia molto gradita dopo un anno di avversità e conflitti globali". Nella sua dichiarazione l'attuale proprietario dell'arazzo, Nelson A. Rockefeller Jr, dal canto suo ha affermato di essere "grato che l'arazzo possa continuare a raggiungere un segmento più ampio della popolazione mondiale e quindi amplificare la sua capacità di influenzare la vita e di educare". Una posizione che anticipa la fase di maggiore "mobilità" che attende l'opera nei prossimi anni.IL FUTURO DELL'ARAZZO GUERNICA L'arazzo, infatti, non sarà permanentemente esposto a New York, pur restando confermato il suo prestito a lungo termine. Rockefeller intende donare l'opera al National Trust for Historic Preservation, il cui presidente e CEO, Paul Edmondson, ha dichiarato di voler perseguire gli stessi obiettivi che si era in origine posto Picasso. L'artista aveva infatti promosso il (fortunato) tour internazionale del dipinto Guernica, avvenuto dopo il debutto nel padiglione spagnolo all'Esposizione universale di Parigi del 1937.  Sulla scia di quell'esperienza, il progetto sarebbe quindi quello di "mostrare questa potente opera d'arte a una popolazione ampia e diversificata", ha affermato Edmondson. Una modalità che consentirebbe di propagarne il significato al di là della dimensione istituzionale dell'ONU: pur essendosi ispirato al bombardamento della città di Guernica, nei Paesi Baschi, avvenuto durante la guerra civile spagnola, Picasso ha realizzato un'opera che punta l'indice contro tutti i conflitti, mostrandone senza filtri le devastanti conseguenze. Un messaggio ancora oggi valido e da tenere a mente. [Immagine in apertura: Photo credit Ralph Gatti /AFP/Getty Images]
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