Il Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai ha ospitato l'evento con cui Roma è stata ufficialmente candidata ad accogliere l’Expo 2030. La capitale italiana punta sul tema "Persone e territori: rigenerazione urbana, inclusione e innovazione"; in lizza anche Mosca, Busa, Odessa e Riyadh.



È partito il conto alla rovescia per la chiusura di Expo Dubai 2020, la prima esposizione universale ospitata in un Paese del mondo arabo, destinata a passare alla storia anche per lo slittamento del periodo di apertura, imposto dall'emergenza sanitaria. All'evento internazionale, legato al tema Connecting Minds, Creating the Future, l'Italia sta partecipando con il padiglione progettato da Italo Rota Building Office, CRA Carlo Ratti Associati, Matteo Gatto e F&M Ingegneria: una struttura espositiva di oltre 3.500 metri quadrati, concepita all'insegna dei principi del design circolare. Proprio l'architetto e ingegnere Ratti è stato scelto come consulente creativo per la visione strategica di Expo 2030 Roma: la capitale italiana, infatti, è stata ufficialmente candidata come sede per l'esposizione universale che si terrà fra 8 anni.VERSO ROMA EXPO 2030 Dubai si appresta a passare il testimone a Osaka: nella città giapponese si terrà l'Expo 2025. A contendersi l'assegnazione dell'edizione successiva, in programma nel 2030, attualmente sono cinque stati: la Russia, con Mosca, la Repubblica di Corea, con Busan, l'Ucraina, con Odessa, il Regno dell'Arabia Saudita, con Riyadh, e appunto l'Italia con la propria capitale. Bisognerà attendere la fine del 2023 per conoscere la designata, che verrà scelta dal Bureau International des Expositions (BIE), dopo la valutazione dei singoli dossier, analisi e sopralluoghi. La candidatura di Roma, avviata dal Governo e portata avanti dal Comitato promotore oltre che da Roma Capitale, è stata presentata nei giorni scorsi proprio nella scenografica cornice del Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai. Persone e territori: rigenerazione urbana, inclusione e innovazione è il tema scelto e intende sollecitare l'attenzione globale verso un modello alternativo di città: "inclusivo, interconnesso, sostenibile e condiviso", come indicano i promotori.TOR VERGATA COME SEDE DELL'ESPOSIZIONE UNIVERSALE In occasione dell'evento di candidatura, Carlo Ratti, che dirige il Senseable City Lab ed è professore al MIT, ha dichiarato che "Expo 2030 rappresenta una straordinaria sfida per l'Italia", sottolineando come il tema adottato "vuole enfatizzare l'importanza di adottare valori comuni, in una prospettiva multidisciplinare e transculturale. Lo spazio fisico delle nostre città è il luogo che può e deve aiutarci a rafforzare i valori della diversità e del dialogo. Roma può giocare un ruolo chiave in questo scenario, tracciando una strada per il futuro delle manifestazioni internazionali". Già individuato il sito che, in caso di vittoria, accoglierà i padiglioni degli stati partecipanti e i visitatori da tutto il mondo: si tratta dell'area di Tor Vergata, che sarebbe così oggetto, nei prossimi anni, di un’imponente opera di rigenerazione urbana, con dirette ricadute su un intero quadrante della Capitale, destinato a riscrivere il proprio futuro come "laboratorio aperto al contributo di tutti, in cui tracciare un nuovo modello di sviluppo del territorio".  In previsione del Giubileo 2025, che si terrà a Roma, la Capitale si doterà intanto di opere e infrastrutture funzionali che potrebbero successivamente essere impiegate anche dai visitatori dell'Expo, in un'ottica di ottimizzazione di costi e risorse. Dopo Nutrire il pianeta, energia per la vita, che si è svolta a Milano nel 2015, l'Italia potrebbe così essere di nuovo sede di un'esposizione universale del XXI secolo. [Immagine in apertura: Photo by Dario Veronesi on Unsplash]
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