Omaggio a Miró

sulla mostra

Con il suo stile inconfondibile, imbevuto di atmosfere surrealiste, Joan Miró è stato uno dei pittori più influenti del Novecento e, oggi, la sua arte è protagonista di una nuova mostra, dal titolo Omaggio a Miró. Allestita nella cornice del Museo Revoltella – Galleria d'Arte Moderna di Trieste, l'esposizione, visitabile fino al 24 settembre prossimo, ospita ottanta opere, tra dipinti, sculture e ceramiche, realizzate dal maestro spagnolo.


LA MOSTRA SU MIRÓ A TRIESTE


Curata da Achille Bonito Oliva, insieme a Maïthé Vallès-Bled e Vincenzo Sanfo, la mostra riunisce capolavori provenienti dalle principali istituzioni francesi e da collezioni private: dipinti, tempere, acquerelli, disegni, sculture e ceramiche raccontano l'eclettismo di Miró. Arricchiscono il percorso espositivo le opere grafiche, i libri, i documenti, le fotografie e una sezione multimediale con video inediti che descrivono alcuni aspetti della vita privata del pittore. L'esposizione abbraccia la produzione dell'artista catalano lungo sessant'anni di attività, dal 1924 al 1981, focalizzandosi soprattutto sui linguaggi che Miró iniziò a sviluppare nella prima metà degli anni Venti: oltre alla pittura, il maestro surrealista sperimentò diverse forme espressive, come la ceramica, il disegno, il collage.


JOAN MIRÓ E L'ARTE


Nato nel 1893 a Barcellona, Joan Miró inizialmente studia per diventare contabile in una drogheria, poi, all'età di 27 anni, decide di trasferirsi a Parigi, dove si avvicina al mondo dell'arte conoscendo Picasso ed entrando in contatto con il circolo dada di Tristan Tzara. Da qui ha inizio la sua carriera artistica, improntata a una reinterpretazione dei linguaggi creativi tradizionali.

[Immagine in apertura: Joan Miró, Le Lézard aux plumes d'or 3, 1967. Litografia]

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