Corderie. Foto Giulio Squillacciotti - Courtesy La Biennale di Venezia

La Biennale Architettura inizia tra un mese e svela il Leone d’Oro alla Carriera

Architettura

08 aprile 2025

Corderie. Foto Giulio Squillacciotti - Courtesy La Biennale di Venezia

La Biennale Architettura inizia tra un mese e svela il Leone d’Oro alla Carriera

Architettura

08 aprile 2025

Il 10 maggio inizia il semestre di apertura della Biennale Architettura 2025. Nell'attesa, il curatore Carlo Ratti ha annunciato due prestigiosi riconoscimenti: va a Donna Haraway il Leone d’Oro alla Carriera, per il suo pensiero visionario su tecnologia e natura. A Italo Rota, architetto eclettico scomparso nel 2024, viene assegnato un premio alla memoria per la sua poetica tra arte e scienza.

Avanza il conto alla rovescia verso la 19esima Mostra Internazionale di Architettura: dal titolo Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva., si tiene a Venezia, ai Giardini e all’Arsenale, dal 10 maggio al 23 novembre 2025. Come da tradizione, sono già stati resi noti i riconoscimenti attribuiti su proposta del curatore Carlo Ratti e previa approvazione del Cda della Biennale presieduto da Pietrangelo Buttafuoco. Il Leone d’Oro alla Carriera è stato assegnato a Donna Haraway, filosofa e pensatrice radicale capace di ridefinire il nostro rapporto con tecnologia, ambiente e identità. Il Leone d’Oro Speciale alla Memoria, invece, viene attribuito all’indimenticato Italo Rota, architetto eclettico e sperimentatore visionario scomparso il 6 aprile 2024. Due premi che riflettono l’anima stessa di questa Biennale: contaminazione, interazione con il non-umano e focus sull'intelligenza plurale. La cerimonia ufficiale si terrà sabato 10 maggio a Ca’ Giustinian, ma i nomi dei premiati già tracciano una traiettoria chiara: quella di un futuro costruito sull’immaginazione condivisa e su una nuova alleanza tra natura e artificio.

CHI È DONNA HARAWAY, LEONE D’ORO ALLA CARRIERA ALLA BIENNALE ARCHITETTURA 2025

Nata a Denver nel 1944, Donna Haraway ha intrecciato studi su biologia, tecnologia, femminismo e giustizia multispecie. Autrice di libri cult come Manifesto Cyborg e Chthulucene, ha contribuito a rivoluzionare il modo in cui pensiamo la scienza e il vivente. La studiosa “è una delle voci più riconoscibili del pensiero contemporaneo”, ha dichiarato il curatore della Biennale Carlo Ratti, “a cavallo tra scienze sociali, antropologia, critica femminista e filosofia della tecnologia. Negli ultimi quattro decenni ha saputo esplorare, in maniera multidisciplinare e con una costante capacità di invenzione linguistica, temi come l’impatto dell’evoluzione tecnologica sulla nostra natura biologica, o i modi in cui il contesto ambientale del Chthulucene stiano ridefinendo i confini tra umano e non umano”. In un momento storico in cui l’intelligenza si frammenta tra naturale, artificiale e collettiva, Haraway ci invita a “fare parentela”, ovvero a costruire alleanze interspecie, a immaginare alternative.

ALLA BIENNALE 2025 IL LEONE D’ORO SPECIALE ALLA MEMORIA A ITALO ROTA

Altrettanto innovativa è stata la traiettoria tracciata da Italo Rota, che ha mescolato arte e tecnologia, restauro e fantascienza, architettura e spettacolo. Milanese classe 1953, il progettista ha incarnato una delle anime più creative dell’architettura italiana. Dopo aver collaborato con Gae Aulenti, è in Italia che ha realizzato alcune delle sue opere più note, stringendo negli ultimi anni della carriera un inedito sodalizio professionale con lo stesso Ratti. “Italo Rota è stato un precursore. La sua visione”, spiega oggi il curatore della Biennale Architettura 2025, "era quella di un mondo in cui la rilevanza delle entità viventi e della biologia in generale, la natura nella definizione più ampia possibile, infine la scienza e la tecnologia applicata erano unite in un'unica entità vivente”. Dai saloni del Louvre al Museo del Novecento, dai padiglioni per le esposizioni universali ai suoi esperimenti sulla luce urbana, Rota ha costruito luoghi aperti, sensibili, permeabili al futuro. Il Leone d’Oro Speciale alla Memoria, ritirato da Margherita Palli, sua compagna nella vita e nella scena creativa, suggella un’eredità viva, destinata a continuare a plasmare il nostro immaginario urbano.

[Immagine in apertura: Corderie. Foto Giulio Squillacciotti - Courtesy La Biennale di Venezia]

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