Le geisha e i samurai del Giappone al centro di una mostra in provincia di Padova

Mancano pochi giorni all’inaugurazione della mostra Giappone. Terra di geisha e samurai in programma per il 1° marzo nella suggestiva Villa Contarini, alle porte di Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova. Partendo dal nucleo tematico principale, legato a due figure simbolo della storia e delle tradizioni giapponesi, l’esposizione si propone di indagare diversi aspetti della cultura e dei costumi dell’estremo oriente, portando all’attenzione dei visitatori kimono d’epoca, vesti tradizionali e numerose opere di maestri dell’arte ukiyo-e come <a href="https://arte.sky.it/news/2025/hokusai-grande-onda-mostra-treviso" target="_blank">Katsushika Hokusai</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/2023/mostra-paesaggi-hokusai-hiroshige" target="_blank">Utagawa Hiroshige</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-immersiva-spirit-of-japan-milano" target="_blank">Kitagawa Utamaro</a>.
All’interno di una sede espositiva unica, originariamente progettata da <a href="https://arte.sky.it/news/2024/ala-roi-palazzo-chiericati-vicenza" target="_blank">Andrea Palladio</a> e poi ampliata nel XVII secolo fino ad assumere l’aspetto attuale, la mostra si propone di presentare tutta l’eleganza e la raffinatezza che hanno caratterizzato quattro secoli fondamentali per l’arte e la cultura del Giappone, offrendo al visitatore una comprensione più approfondita del loro ruolo nella storia del Paese del Sol Levante.
ALLA SCOPERTA DELLE FIGURE EMBLEMATICHE DELLA TRADIZIONE GIAPPONESE
Il fulcro tematico della mostra è indubbiamente rappresentato dalle <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/09/stampa-giapponese-geishe-cofanetto" target="_blank">geisha</a> e dai <a href="https://arte.sky.it/news/2022/berlino-samurai-museo" target="_blank">samurai</a>: due figure emblematiche (e per certi versi opposte) utilizzate per rappresentare simbolicamente concetti come la delicatezza e la forza, la cui rilevanza culturale è sopravvissuta fino ai giorni nostri. Elementi essenziali della tradizione iconografica giapponese, tanto le geisha quanto i samurai rappresentano un esempio di bellezza idealizzata, quasi irraggiungibile.
L’esposizione a Villa Contarini offre una panoramica completa di tale rilevanza culturale, mostrando al pubblico alcuni esemplari di antichi kimono tradizionali, accompagnati da una ricca selezione di dipinti su rotolo e stampe <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-ukiyoe-arte-giappone-roma-palazzo-braschi" target="_blank">ukiyo-e</a> che celebrano la raffinatezza, il coraggio e l'influenza sulla società giapponese di queste figure iconiche attraverso opere d'arte.
IN MOSTRA A VILLA CONTARINI LE STAMPE DI HOKUSAI, HIROSHIGE E UTAMARO
Accanto alle sezioni dedicate alle figure iconiche della tradizione, la mostra curata da Francesco Morena raccoglie numerose opere che offrono uno sguardo inedito su temi di grande interesse, come il rapporto della cultura giapponese con la natura, la spiritualità e le credenze religiose. Il percorso espositivo dedica infatti ampio spazio all’evoluzione dell’immaginario giapponese tra il XVII e il XX secolo, presentando opere come i dipinti su rotolo verticale, che testimoniano l’influenza culturale delle scuole shintoista e buddista, fino ai lavori realizzati nel tardo Ottocento per i primi collezionisti occidentali interessati all’arte nipponica, dopo l’<a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/10/monet-van-gogh-klimt-quando-il-giappone-conquisto-loccidente" target="_blank">apertura delle frontiere</a> dell’arcipelago.
Visitabile fino al 29 giugno, l’esposizione Giappone. Terra di geisha e samurai offre dunque la possibilità di avvicinarsi all’arte e alla cultura del Sol Levante partendo da una prospettiva inusuale, attraverso opere e manufatti artistici che invitano i visitatori a immergersi nella bellezza, nell'eleganza e nel mistero del Giappone tradizionale.
[Immagine in apertura: Utagawa Hiroshige, Hiratsuka la strada Nawate, xilografia policroma, 1833-34, 36,6x23,9 cm]

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200 opere di Salvador Dalí per la prima volta in India

Ha inaugurato da pochi giorni la prima grande retrospettiva dedicata all’arte di <a href="https://arte.sky.it/news/2025/mostra-salvador-dali-museo-fanteria-roma" target="_blank">Salvador Dalí</a> mai organizzata nel subcontinente indiano. Allestita presso la Massarat Gallery, sede espositiva del Bruno Art Group a Nuova Delhi, la mostra Dalí comes to India celebra il contributo dell’artista iberico al Surrealismo, presentando oltre cento disegni, incisioni e acquerelli esposti accanto ad altrettante fotografie, arazzi e altre opere. I lavori in esposizione provengono tutti dalla vasta collezione di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/08/salvador-dali-pierre-argillet-trentanni-di-collaborazione-in-mostra" target="_blank">Pierre Argillet</a>, storico editore e collezionista francese che fin dagli anni Trenta stabilì con Dalí un legame duraturo di amicizia oltre che professionale.
È proprio la figlia del collezionista, Christine Argillet, ad aver curato la rassegna allestita nella capitale indiana e visitabile fino al prossimo 16 marzo. Attraverso l’attenta selezione di opere che testimoniano la passione condivisa per il <a href="https://arte.sky.it/news/2024/mostra-surrealismo-italiano-mart-rovereto" target="_blank">Surrealismo</a>, la mostra nella capitale indiana riflette la visione unica di Dalí e la dedizione di Argillet nei confronti della qualità artistica.
I CAPOLAVORI SURREALISTI DI DALÍ IN MOSTRA A NUOVA DELHI
Tra le più importanti opere di Salvador Dalí esposte per la prima volta in <a href="https://arte.sky.it/news/2023/mostra-fotografie-india-trieste" target="_blank">India</a> spiccano le acqueforti tratte da serie celebri come Mythologie e Poèmes secrets d'Apollinaire, e altre interpretazioni artistiche che partono dall’immaginario dei <a href="https://arte.sky.it/news/miti-greci-activity-book" target="_blank">miti greci</a> e della poesia contemporanea per tradurre in termini surrealisti l'esplorazione del subconscio, con i suoi sogni e le sue paure. Proprio a quest’ultimo tema sono inoltre dedicate le cinquanta stampe dalla serie Les Chants de Maldoror, ispirate dall’omonimo poema ottocentesco del Conte di Lautréamont, in cui l’artista iberico offre una visione creativa dell'immaginario legato ai propri traumi infantili.
Attraverso tali opere, la mostra indiana documenta il ricorso di Dalí al vasto campionario di tecniche tipiche dell’arte surrealista, permettendo di apprezzare tanto la sua maestria quanto la sua straordinaria capacità di creare capolavori grazie alla propria sensibilità verso il mondo circostante.
L'EREDITÀ DI SALVADOR DALÍ E IL SUO LEGAME CON L'INDIA
Benché non abbia mai visitato personalmente l'India, Salvador Dalí era indubbiamente interessato alla cultura indiana e, in particolare, al fascino che essa esercitava sull'Occidente negli anni Sessanta e Settanta: un esempio in tal senso sono le stampe della serie Hippies, che riflette la visione dell’artista verso la pace e la spiritualità orientale. Dalí lavorò a queste incisioni nel corso degli anni Settanta, partendo dagli scatti fotografici realizzati dallo stesso Argillet durante un viaggio in India con la figlia Christine.
Oltre a testimoniare l’eccezionale rilevanza e attualità delle opere di un artista sempre curioso e pronto a esplorare tradizioni diverse alla ricerca di ispirazione, la mostra Dalí comes to India punta ad avvicinare per la prima volta all'arte di Salvador Dalí un pubblico potenzialmente vastissimo come quello della nazione indiana, invitandolo al tempo stesso a riflettere su temi universali come l’identità e le emozioni umane.
[Immagine in apertura: Pegasus - Mythology Series. Credit: Bruno Art Group]

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