
Lo splendore degli abiti maschili giapponesi di inizio Novecento in mostra a Torino
Altro
14 aprile 2025

Lo splendore degli abiti maschili giapponesi di inizio Novecento in mostra a Torino
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14 aprile 2025
La mostra in corso al Museo d’Arte Orientale di Torino esplora la cultura nipponica del XX secolo tramite “haori” e “juban” della collezione Manavello, esposti accanto a installazioni di arte contemporanea.
L'esposizione Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone, in programma fino al prossimo 7 settembre nelle sale del MAO – Museo d’Arte Orientale di Torino, offre uno sguardo inedito sul significato culturale e simbolico dei preziosi capi d’abbigliamento maschili in voga in Giappone all’inizio del XX secolo. A tale scopo, sono presentati una cinquantina di haori e juban, tutti appartenenti alla collezione Manavello, nonché una sorprendente selezione di abiti da bambino.
In dialogo con queste testimonianze del passato, la mostra torinese raccoglie una serie di installazioni di artisti contemporanei, orientali e occidentali. Attraverso questo confronto, il pubblico è invitato a riflettere sull'incidenza nel mondo contemporaneo di un periodo segnato da repentini cambiamenti socio-culturali come fu quello del primo Novecento. I preziosi abiti maschili tradizionali assumono in tale ottica il ruolo di testimoni di un’epoca complessa e affascinante, sopravvivendo al passare del tempo per esercitare una profonda influenza sull’immaginario comune anche a distanza di un secolo e oltre.
UN VIAGGIO NELLA CULTURA TESSILE GIAPPONESE DEL XX SECOLO AL MAO
Punto di partenza dell’esposizione in corso al Museo d'Arte Orientale è l’importanza dell’abbigliamento nella definizione dei ruoli nel complesso sistema valoriale della società giapponese. In particolare, gli abiti tradizionali da uomo, pur meno appariscenti e celebrati dei kimono femminili, costituiscono ancora oggi un elemento essenziale per comprendere appieno il patrimonio culturale del Sol Levante. Gli esemplari di haori (le giacche sovrakimono) e juban (le vesti sotto kimono) esposti in mostra forniscono indicazioni precise sullo status culturale ed economico dei loro proprietari.
Tali abiti erano spesso impreziositi, esternamente o internamente, da decorazioni sofisticate, legate al ricco immaginario della cultura nipponica. Lungo il percorso espositivo, giacche e vesti formano così una carrellata affascinante di riferimenti visivi ai mondi letterari, all'arte della guerra, al mondo naturale e sovrannaturale. Benché destinati a un uso perlopiù privato e quotidiano, gli haori e le juban svelano al pubblico contemporaneo numerosi dettagli su questioni di grande rilevanza, come l’espansionismo militare del Giappone di inizio Novecento o lo shock culturale che seguì l’apertura dei confini dell’impero nipponico.
GLI ABITI DELLA TRADIZIONE NIPPONICA IN DIALOGO CON L'ARTE CONTEMPORANEA
Accanto ai preziosi manufatti storici, l’esposizione torinese presenta un’accurata selezione di opere di artisti contemporanei, che forniscono uno stimolante contrappunto visivo. Tra i lavori in mostra, spiccano il video A Needle Woman e le sculture Bottari dell’artista sudcoreana Kimsooja, impegnata nell’indagine artistica del rapporto tra individuo, società e identità. Un’altra prospettiva di grande interesse è quella dello scultore tedesco Tobias Rehberger, la cui installazione Kotatsu (J. Stempel) esplora temi come la morte e la trasformazione coniugando le tradizioni giapponese e tedesca.
Oltre a offrire una tangibile testimonianza del retaggio della cultura giapponese nell'immaginario moderno, queste opere d’arte arricchiscono il racconto dell’esposizione, proponendo una serie di stimolanti riflessioni che legano idealmente la tradizione nipponica, rappresentata dagli haori e dalle juban in mostra, con il mondo contemporaneo.
[Immagine in apertura: vista dell’allestimento della mostra Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone. Ph Studio Gonella]
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