foto ©Piercarlo Quecchia DSL Studio

A Milano esposti arredi e prodotti degli ambienti carcerari

Architettura

13 aprile 2025

 foto ©Piercarlo Quecchia DSL Studio

A Milano esposti arredi e prodotti degli ambienti carcerari

Architettura

13 aprile 2025

​​Mentre la Milano Design Week volge al termine, gli spazi underground del centro Dropcity accolgono fino al 31 maggio la mostra che esplora i concetti di tempo, spazio e controllo nelle carceri. Un racconto su come il design possa farsi strumento ideologico e di sorveglianza.

Mentre i riflettori sulla Milano Design Week 2025 si spengono, resta ancora visitabile uno dei suoi progetti che si sono distinti nel corso di questa edizione. Prison Times – Spatial Dynamics of Penal Environments, la mostra allestita nei tunnel 42-140 di Dropcity Centro di Architettura e Design, fino al 31 maggio consente e a cittadini, designer, studenti e curiosi la possibilità di immergersi in una riflessione potente e necessaria. Lontana dalle seduzioni del design estetico, Prison Times affronta infatti il carcere nelle sue dimensioni spaziali e temporali, mettendo in discussione i meccanismi della punizione e dell’architettura di controllo. Cinque sezioni tematiche – Entering Time, Eating Time, Monitoring Time, Cleaning Time, Sleeping Time – scandiscono un percorso immersivo, clinico, quasi tassonomico, tra oggetti reali progettati per gli ambienti penitenziari. Un'esperienza tanto disturbante quanto necessaria, che ha segnato in profondità la settimana del design milanese e continuerà a stimolare dibattiti ancora a lungo, ben oltre l’evento.

A MILANO UNA MOSTRA SUL DESIGN NELLE CARCERI

Nata da un progetto editoriale e curatoriale prodotto da Dropcity, Prison Times è una lente d’ingrandimento sulla realtà invisibile delle carceri, esplorata attraverso arredi, routine e simbologie che raramente trovano spazio nei contesti espositivi tradizionali o al di fuori degli istituti di detenzione. L’idea che la prigione sia uno spazio “fuori dal tempo” diventa il punto di partenza per una riflessione sul significato stesso del tempo in carcere, spesso vissuto come sospensione, alienazione, punizione. Gli oggetti esposti – letti, tavoli, strumenti per il controllo – dimostrano come il design possa farsi involontario strumento di disciplina e sorveglianza. Il formato scelto per la mostra, lo showrooming, trasforma l’allestimento in una vetrina dove osservare oggetti che parlano di esclusione e standardizzazione. Questa prospettiva, tanto originale quanto cruda, ha toccato il pubblico della Milano Design Week 2025, rendendo Prison Times uno dei progetti più discussi dell’intera manifestazione.

DESIGN E CARCERI NEL DIBATTITO CONTEMPORANEO

A rendere ancora più incisiva l’iniziativa intende contrinuire il programma di talk che accompagna la mostra fino al 28 maggio. Il palinsesto Reform Trust: Ideas on Penal Environments, curato da Federica Verona e Valeria Verdolini, porta sul palco dell’auditorium di Dropcity voci autorevoli per discutere del carcere come istituzione, ma anche come metafora sociale. Ogni incontro approfondisce un aspetto dell’esperienza penitenziaria, intrecciando architettura, politica, diritti e cultura. Allo stesso tempo, il libro Prison Times approfondisce in modo critico e documentato il ruolo del design negli ambienti carcerari, svelando come persino gli oggetti più semplici possano diventare strumenti ideologici.

[Immagine in apertura: Vista dell'allestimento della mostra Prison Times – Spatial Dynamics of Penal Environments. Foto © Piercarlo Quecchia DSL Studio]

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