Il dipinto ritrovato di Artemisia Gentileschi sopravvissuto all’esplosione di Beirut
ARTE
Conservato nel Sursock Museum della capitale libanese, il dipinto raffigurante Ercole e Onfale è stato recentemente attribuito ad Artemisia Gentileschi. Ora sarà restaurato dal J. Paul Getty Museum di Los Angeles ed esposto nel museo americano a fine 2023, in attesa di tornare a Beirut.
Il 4 agosto 2020 giunsero da Beirut, la capitale del Libano,
delle immagini apocalittiche, legate all’esplosione che ha devastato il porto
della città e l'area circostante, causando oltre duecento vittime e migliaia di
feriti, senza contare i danni subiti da abitazioni ed edifici storici. Fra
questi c’è il principale museo della città, il Sursock Museum, riaperto appena
cinque anni prima dopo un lungo restauro, firmato anche dall'archistar francese
Jean-Michel Wilmotte.
L’ESPLOSIONE A BEIRUT E I DANNI SUBITI DAL SURSOCK MUSEUM
Oltre alle perdite umane, anche le ripercussioni sul patrimonio
culturale sono state enormi: nonostante il Sursock Museum sia principalmente
dedicato all'arte moderna, nella sua collezione sono presenti anche opere di antichi
maestri, tra cui due opere di una delle pittrici attualmente più gettonate, una
delle pochissime ad aver raggiunto un tale livello di popolarità da essere
riconosciuta semplicemente con il suo nome: Artemisia. L'artista, figlia di
Orazio Gentileschi, fu una delle principali esponenti del Caravaggismo del XVII
secolo in ambito europeo, e lavorò persino alla corte del Re d'Inghilterra. A
Beirut, al Sursock Museum, erano presenti due sue opere: una era già nota,
tant'è vero che fu esposta nel suo precario stato di conservazione successivo
all'esplosione nella mostra del 2021 di Palazzo Reale a Milano dal titolo Le
signore dell'arte. Si tratta della Maria Maddalena dipinta nel 1630-31.
L'ARTEMISIA RITROVATA DA BEIRUT A LOS ANGELES
L'altro dipinto della Gentileschi, Ercole e Onfale, è
invece una novità assoluta, ed è stato attribuito alla pittrice qualche mese
dopo l'esplosione in un articolo pubblicato sull'autorevole Apollo Magazine, scritto dallo storico dell'arte libanese Gregory Buchakjian, che utilizzò la
documentazione relativa al dipinto raccolta nel corso degli anni Novanta.
L'articolo suscitò un diffuso consenso a proposito dell'attribuzione ad
Artemisia, e ad aprile 2021 Buchakjian presentò i suoi risultati al pubblico in
una conferenza a Firenze nel contesto di The Medici Archive Project.
L'opera, la seconda versione di un dipinto andato perduto con l'incendio
dell'Alcazar di Madrid del 1734, venne realizzato forse a Napoli dopo il 1630 e
raffigura l'eroe Ercole costretto da un responso dell'oracolo di Delfi a
passare un anno ridotto in schiavitù presso la mitica Regina della Lidia, Onfale. La tematica del dipinto ha permesso ad Artemisia di rappresentare una
pagina a lei molto cara della mitologia greca, e dimostra una piena maturità dell'artista
nella pittura di opere di ampio respiro mitologico ed allegorico. L'opera sarà restaurata dal J. Paul Getty Museum di Los Angeles e sarà esposta alla fine
del 2023 grazie a un prestito a lungo termine concesso dal Sursock Museum di
Beirut, in attesa che l'edificio libanese torni a essere agibile. Il museo
californiano, la cui collezione è una delle più ricche al mondo, esporrà Ercole
e Onfale a fianco di Lucrezia, un'altra opera di Artemisia
recentemente acquisita dal museo statunitense.[Immagine in apertura: Ulrich Birkmaier uses a q-tip and solvent to
clean the painting surface. Photo: Cassia Davis
© 2022 J. Paul Getty Trust]