Il MAO Museo d'Arte Orientale di Torino schiude le porte della propria raccolta attivando dialoghi inediti tra i manufatti che la compongono. L'obiettivo? Generare una riflessione non soltanto sulla storia degli oggetti, ma anche su cosa significhi gestire un patrimonio di arte asiatica in un contesto occidentale.

È un approccio espositivo dinamico e aperto quello adottato dal MAO Museo d'Arte Orientale di Torino nella realizzazione della mostra Buddha10. Frammenti, derive e rifrazioni dell’immaginario visivo buddhista, a cura di Davide Quadrio e Laura Vigo, allestita fino al 3 settembre 2023. A finire sotto i riflettori è infatti l'eccezionale collezione di matrice asiatica custodita dalla sede museale torinese, punto di partenza ideale per una ricognizione su una serie di ambiti di indubbio interesse, che spaziano dalla funzione originaria dei manufatti al tema della loro conservazione e del loro restauro fino al ruolo giocato dai musei occidentali nella salvaguardia dei patrimoni di provenienza orientale inclusi nelle raccolte di cui sono detentori. LA MOSTRA SULL'IMMAGINARIO BUDDHISTA AL MAO Questioni aperte e molto attuali, che chiamano in causa la necessità di adottare un punto di vista decoloniale nella costruzione di metodologie museali consapevoli e inclusive, connesse anche ai nuovi linguaggi del presente, come la tecnologia, posti in dialogo con la tradizione buddhista. Ricca di circa 2300 manufatti legati a epoche e contesti geografici diversi, la raccolta del MAO di Torino trova nell'area riservata alla Cina la sua sezione numericamente più cospicua, grazie anche alla presenza di straordinarie sculture buddhiste mai esposte in precedenza e offerte allo sguardo del pubblico proprio in occasione di questa mostra. A rendere l'impianto dialogico della rassegna ancora più evidente contribuiscono gli accostamenti fra le oltre venti statue buddhiste in legno o pietra datate fra il V e il XIX secolo ed eccezionali sculture in prestito dal Museo delle Civiltà di Roma e dal Museo d'Arte Orientale E. Chiossone di Genova. Tali confronti stimolano il pubblico a interrogarsi sui temi portati alla ribalta dalla mostra, concretizzati, ad esempio, dall'esperienza in VR della grotta 17 dei templi buddhisti di Tianlongshan, da cui giungono alcune delle opere esposte, o dalla possibilità di assistere in presa diretta a interventi di restauro sui manufatti, in collaborazione con il Centro per la conservazione e il restauro dei beni culturali La Venaria Reale.ARTE CONTEMPORANEA E NATURA A TORINO Non manca l'arte contemporanea, grazie ad artisti del calibro di Lu Yang, Xu Zhen, Wu Chi-Tsung, Charwei Tsai e Zheng Bo, che forniscono una personale lettura della collezione museale, mentre l'avvio del percorso espositivo è affidato al progetto site specific ideato dal botanico e studioso Stefano Mancuso con l’artista e designer Andrea Anastasio. Si tratta di un giardino animato da composizioni vegetali che accolgono il pubblico e purificano l'aria, offrendo ai visitatori un momento di pausa rigenerante prima di immergersi nel racconto espositivo. [Immagine in apertura: Buddha10. Frammenti, derive e rifrazioni dell’immaginario visivo buddhista, installation view at MAO, Torino 2022. Photo Giorgio Perottino]
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