La vita di David Bowie presto in mostra a Milano
FOTOGRAFIA
Il Teatro Arcimboldi di Milano accende i riflettori sugli anni “berlinesi” di David Bowie. Una retrospettiva dedicata alla straordinaria avventura di David Bowie, dopo il suo ritorno in Europa a metà degli anni Settanta.
Archiviate le rassegne espositive
dedicate a Claude Monet, Banksy e alla street art, il Teatro
Arcimboldi di Milano torna nuovamente a puntare i riflettori
sull'arte contemporanea. Protagonista del progetto espositivo in
arrivo negli spazi dell'istituzione meneghina è David Bowie, al
centro di un percorso fotografico che ripercorre un momento ben
preciso della vita del Duca Bianco.
Visitabile a partire dal prossimo 2
aprile, la mostra David Bowie the passenger. By Andrew Kent si
sofferma infatti sullo spaccato di tempo tra il 1975 e il 1979. È in
questi anni che il cantautore britannico decise di lasciarsi alle
spalle l'esperienza americana, segnata dal successo dell'album Young
Americans.
IL RITORNO DI DAVID BOWIE IN EUROPA
Ad accogliere Bowie al suo rientro in
Europa non fu tuttavia Londra, città nella quale l'artista nacque
nel 1947. La bussola del musicista puntò piuttosto verso Berlino,
all'epoca luogo di incontro e scontro tra est e ovest, tra
capitalismo e comunismo. Il fermento politico e culturale di quel
luogo di frontiera, e il clima di tensione che si respirava all'ombra
del muro, furono visti dal cantante come elementi di fascino e
straordinaria ispirazione. E a ragione, dato che proprio nel corso
della parentesi tedesca Bowie produsse alcuni dei suoi album più
importanti. Risale infatti a questo periodo la cosiddetta
“trilogia di Berlino” composta dai dischi Low, Heroes
e Lodger.
OLTRE
IL MURO DI BERLINO
Riunendo un corpo di sessanta scatti prodotti in quegli anni dal
fotografo americano Andrew Kent, la rassegna (ospitata in uno dei
foyer del teatro milanese) ripercorre il fermento di quel periodo
concitato: un periodo nel quale tutto stava di nuovo cambiando, sia
per Bowie che per il mondo attorno a lui.
Oltre alle immagini e alle
testimonianze visive (con foto dedicate sia alle performance dal vivo
che a momenti più intimi, tra viaggi e soggiorni al di là del
muro), la mostra presenta un ricco apparato di oggetti, cimeli,
abiti, microfoni e locandine provenienti dall'archivio privato di
Kent. Il percorso espositivo è inoltre impreziosito dalle
ricostruzioni di alcuni degli ambienti che ospitarono Bowie nel corso
della sua avventura europea: dal vagone del treno che lo portò fino
a Mosca alla sua stanza di albergo a Parigi. Un progetto
scenografico, creato con l'intento di condurre il pubblico
all’interno di una delle parentesi più affascinanti della
carriera di questa icona della cultura popolare.
[Immagine in apertura: © Andrew Kent]