All’ADI Design Museum di Milano inaugura un’esposizione collettiva che riunisce le sperimentazioni creative più poetiche nell’ambito del design. In mostra, i nomi più influenti della creatività italiana: da Andrea Anastasio a Federica Biasi, passando per Formafantasma ed Elena Salmistraro.


Cosa succede al prodotto industriale, quando l’inventiva prende il sopravvento sulla razionalità costruttiva? Nel mondo del design italiano, creatività e industria vanno spesso di pari passo, dando vita non solo a oggetti funzionali, ma anche poetici, concettuali ed essenziali. Lo dimostra la rassegna The New Poetic Activism, inaugurata all’ADI Design Museum di Milano: una panoramica quanto più completa sullo “stato dell’arte” della ricerca contemporanea più sperimentale nell’ambito del progetto. Attraverso modelli, disegni, oggetti e materiali inediti, la mostra – a cura di Mario Trimarchi e visitabile fino al 7 aprile – accende quindi i riflettori su un gruppo eterogeneo di artisti, sia per influenze che per approccio progettuale ed età, nel tentativo di restituire un ritratto complesso del rapporto tra “attivismo poetico” e design. IL DESIGN OLTRE I SUOI CONFINISono 17 i designer in mostra, tra cui spiccano i nomi di Andrea Anastasio (che abbiamo visto collaborare con Angela Rui nel progetto “satellite” del Maxxi a Venezia), Federica Biasi, Andrea Branzi, Formafantasma (autori dell’allestimento della 59esima Biennale, curata da Cecilia Alemani nel 2022) ed Elena Salmistraro, giovane promessa milanese che si distingue per un approccio eclettico che trae spesso ispirazione dagli animali, dalla mitologia e dalla natura, ma anche dalla tradizione.Assidui e indomiti sperimentatori, questi autori spingono i confini del design al limite delle arti visive, scandagliando nuove traiettorie espressive e comunicative, spesso "disubbidienti" e inesplorate.IL DESIGN ITALIANO E LE SUE TRAIETTORIE "POETICHE"“Da sempre”, spiega il curatore, “questo instancabile attivismo poetico ha ricercato alfabeti che andassero oltre la funzione. Gli oggetti in mostra rappresentano la ricchezza di questo atteggiamento progettuale: alcuni si svelano istintivamente, altri appaiono nella caligine, altri dentro l’arcobaleno, alcuni sono silenziosissimi, altri ancora così densi di significati che ogni volta che li si guarda ci si smarrisce nell’imprevedibile”. Luciano Galimberti, presidente ADI, aggiunge: “Il disegno industriale ha sempre lavorato a coniugare razionalità costruttiva e sensazione, funzione e bellezza. Questa mostra vuole esplorare la strada che negli anni relativamente recenti si è aperta alla vocazione poetica di molti significativi designer italiani: un’esigenza specifica da sempre presente genera oggetti che sono più che mai compagni di vita e sorgente di idee insieme, ma al di là della funzione”.[Immagine in apertura: Africa Farfalla Vola, Francesco Binfaré, The New Poetic Activism. Ph. Michele Nastasi]
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