Mantova e Roma si uniscono nel segno di Pieter Paul Rubens. L'artista fiammingo sarà protagonista di tre rassegne espositive distribuite tra le due città. A partire dal prossimo 7 ottobre.

Tre eventi espositivi in altrettante sedi tra le più prestigiose del territorio italiano; una operazione culturale ambiziosa, che racconta i rapporti tra il nostro Paese e l'Europa attraverso gli occhi di un grande maestro della tradizione pittorica.  Si presenta così Rubens! La nascita di una pittura europea, il progetto pronto ad aprire i battenti il prossimo 7 ottobre a Mantova, tra Palazzo Te e il Palazzo Ducale; due mostre di assoluto livello, che puntano a sottolineare l'influenza subita ed esercitata dal pittore fiammingo sull'arte del nostro Paese, a partire proprio dalla città che ospitò l'artista in giovane età. È infatti a Mantova che Pieter Paul Rubens arriva nel 1600, ingaggiato da Vincenzo I Gonzaga, duca di Mantova, che rimarrà suo mecenate per gli otto anni di soggiorno sul suolo italiano. LA PITTURA DI RUBENS A MANTOVA Visitabile dal 7 ottobre al successivo 7 gennaio, la mostra Rubens a Palazzo Te. Pittura, trasformazione e libertà, si concentra in particolare sul rapporto tra il pittore olandese e la cultura mitologica acquisita in Italia. Le opere selezionate dalla curatrice Raffaella Morselli si relazionano con gli ambienti della struttura, entrando in dialogo con i miti e le decorazioni rinascimentali frutto del lavoro di Giulio Romano: un percorso paradigmatico che dimostra quanto le suggestioni rinascimentali elaborate da Rubens negli anni mantovani e italiani siano continuate, evolvendosi, nella pittura della sua maturità. Sempre nello stesso arco di tempo sarà aperta al pubblico Rubens. La Pala della Santissima Trinità, la rassegna che – questa volta al Palazzo Ducale di Mantova – osserva la produzione del maestro fiammingo a partire da una delle imprese più importanti portate a compimento nella sua carriera: il ciclo delle tre enormi tele per la Chiesa della Santissima Trinità, una delle quali è ancora oggi esposta a Palazzo Ducale. LA MOSTRA ALLA GALLERIA BORGHESE Ma non è tutto. Dopo le aperture delle due mostre mantovane, il progetto viaggerà alla volta di Roma, occupando le sale della Galleria Borghese dal 14 novembre al 18 febbraio. È qui che avrà luogo Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma, un evento che si sofferma sul soggiorno capitolino del pittore, che nel 1601 partì in direzione della Città Eterna con l'obiettivo di studiare le antichità. A cura di Francesca Cappelletti e Lucia Simonato, l'evento indaga come le influenze del suo viaggio in Italia condizionarono la produzione di Rubens anche negli anni seguenti al suo rientro in patria. “La mostra alla Galleria Borghese è la prima di un nuovo progetto di ricerca che metterà la storia del museo al centro dei momenti in cui Roma è stata una città veramente internazionale”, ha sottolineato Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese. “Calamita per gli artisti del Nord Europa fin dal Cinquecento, la Roma di Rubens, fra i pontificati Aldobrandini e Borghese, è il luogo dove studiare ancora l’antico, di cui si cominciano a conoscere i capolavori della pittura, con il ritrovamento nel 1601 delle Nozze Aldobrandini. Attraverso gli occhi di un giovane pittore straniero come Pieter Paul Rubens guardiamo ancora una volta all’esperienza dell’altrove, cerchiamo di ricostruire il ruolo del collezionismo e della collezione Borghese in particolare come motore del nuovo linguaggio del naturalismo europeo, che unisce le ricerche di pittori e scultori nei primi decenni del secolo”. [Immagine in apertura: Pieter Paul Rubens, Achille scoperto tra le figlie di Licomede, olio su tavola, 1630, 107,5x145,50 cm, Museo Nacional del Prado, inv. P002455 © Photographic Archive. Museo Nacional del Prado, Madrid]
PUBBLICITÀ