Scomparso a Gualtieri (Reggio Emilia) nel 1965 e considerato uno dei più originali artisti italiani del Novecento, Antonio Ligabue è al centro di un'antologica che riunisce alcuni dei capolavori della sua carriera. Dal titolo Antonio Ligabue. L’uomo, l’artista, la mostra allestita all'Orangerie della Reggia di Monza conduce i visitatori nel peculiare universo di soggetti, suggestioni e colori che identifica il percorso dell'autore originario di Zurigo.

ANTONIO LIGABUE IN MOSTRA ALLA REGGIA DI MONZA

Curata da Sandro Parmiggiani, la rassegna esamina i due principali poli della parabola artistica di Ligabue: da una parte gli animali, sia quelli domestici che quelli selvatici, come tigri, leoni, leopardi, gorilla, volpi, aquile; dall'altra gli autoritratti. Questi ultimi, in particolare, "dicono tutta la sofferenza dell’artista; ne sentiamo quasi il muto grido nel silenzio della natura e nella sordità delle persone che lo circondano. Quando perduta è ogni speranza, ormai fattasi cenere, il volto non può che avere questo colore scuro, fangoso, questa sorta di pietrificazione dei tratti che il dolore ha recato con sé e vi ha impresso", come ha precisato il curatore.

LA PITTURA E LA SCULTURA SECONDO ANTONIO LIGABUE

Nel percorso espositivo sono inoltre incluse opere in cui Antonio Ligabue si misura con scene di vita agreste o con il tema del paesaggio, inserendo chiare memorie della Svizzera, terra in cui nacque nel 1899 e nella quale visse fino all’espulsione, avvenuta nel 1919. La rassegna monzese riserva specifica attenzione alla produzione plastica dell'artista, con un nucleo di oltre venti sculture in bronzo, raffiguranti soprattutto animali. Fra le opere esposte si segnalano Tigre reale (1941), realizzata nel corso del secondo ricovero nell’Ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia, e il dolente Autoritratto (1957).

[Immagine in apertura: Antonio Ligabue, Autoritratto, 1957, olio su faesite, 88 x 70 cm, collezione privata, Reggio Emilia]