Inferno
sulla mostra
A settecento anni esatti dalla scomparsa di Dante Alighieri, anche Roma, con le Scuderie del Quirinale, rende omaggio al Sommo Poeta. L'occasione è una mostra di alto profilo internazionale, che racconta l'evoluzione iconografica dei concetti di inferno e dannazione, dal Medioevo ai nostri giorni. Ideata dal critico francese Jean Clair, che l'ha curata insieme a Laura Bossi, e intitolata semplicemente Inferno, la rassegna introduce i visitatori in un "universo" di visioni – cupe, sinistre, pietose, spettrali, misteriose, apocalittiche – realizzate, nei secoli, da decine di artisti internazionali.
L'INFERNO DANTESCO IN MOSTRA A ROMA
A dimostrazione di quanto la potenza della parola dantesca abbia ispirato generazioni di autori in tutto il mondo, i curatori hanno selezionato oltre duecento opere d’arte. Eseguite, fra gli altri, da Beato Angelico, Botticelli, Bosch, Bruegel, Goya, Manet, Delacroix, Rodin, Cézanne, von Stuck, Balla, Dix, Taslitzky, Richter e Kiefer, sono state concesse per l'occasione da grandi musei, raccolte pubbliche e prestigiose collezioni private sia italiane sia estere. Molti i capolavori che impreziosiscono il percorso di visita, fra cui la Voragine infernale di Sandro Botticelli, dipinto su pergamena realizzato dal pittore toscano per illustrare la Divina Commedia, oggi smembrato. E, per citare un altro esempio, a Roma viene esposta anche la versione in gesso della monumentale e celeberrima Porta dell’Inferno di Auguste Rodin: l'opera, alta 7 metri e proveniente dal Musée Rodin di Parigi, che l'ha concessa in prestito, è stata scelta come incipit della mostra capitolina.
OMAGGIO A DANTE A 700 ANNI DALLA MORTE
Inferno, che arriva dopo la mostra di successo Raffaello 1520-1483, "coglie e rappresenta, con la forza dell’iconografia, il totale impulso morale della Commedia, che attraverso una visione apocalittica tende a una prodigiosa azione di redenzione individuale e collettiva, di salvezza finale con il superamento del mondo che mal vive", ha dichiarato Mario De Simoni, Presidente e Ad di Ales – Scuderie del Quirinale. "Non a caso, l’ultima sala si intitola ‘Riveder le stelle’, presentando una impressionante sequenza di capolavori dell’arte e di fotografie da sonde spaziali, in una commovente rappresentazione del cielo stellato", ha aggiunto, indicando il "cambio di passo" tematico della sezione conclusiva, interamente focalizzata sulla possibilità di salvezza dagli spettri dell'inferno.
[Immagine in apertura: Bottega di Hyeronimus Bosch, La visione di Tundalo, 1500 circa. Tempera su tavola. Madrid, Museo Lazaro Galdiano, inv. 2892]