Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione

sulla mostra

Secondo capitolo del progetto espositivo pluriennale Trilogia della Materia, a tre anni di distanza da Black Hole. Arte e matericità tra Informe e Invisibile, la mostra Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione analizza la profonda connessione degli artisti, indipendente dall'epoca di appartenenza e dal media impiegato, con la chimica degli elementi e con le trasformazioni della materia. Le quattro sezioni della rassegna curata da Anna Daneri e Lorenzo Giusti – Fuoco, Terra, Acqua e Aria – rimandano ai fondamentali elementi naturali, qui intesi nell'accezione di stati di aggregazione della materia e a partire dalle loro potenziali metamorfosi di stato: rispettivamente ardente, solido, liquido e gassoso.


LE INFINITE TRASFORMAZIONI DELLA MATERIA ALLA GAMEC


Preceduta nei mesi scorsi da Mentre la vita ci respira – SoPolpoVit’EreticoLe, focalizzata sulla produzione installativa dell'artista brasiliano Ernesto Neto, questa nuova mostra della GAMeC riunisce una pluralità di voci artistiche. Gli autori selezionati appartengono a periodi storici e a correnti eterogenee: comune, tuttavia, risulta essere il loro interesse verso il tema delle trasformazioni della materia. A emergere, in particolare, è l'attitudine degli autori contemporanei a rivolgere specifica attenzione all’impatto dell’azione dell’uomo sugli equilibri naturali: dalla reperibilità delle risorse alle variazioni climatiche.


IN MOSTRA A BERGAMO DUCHAMP, KLEIN ED ELIASSON


Si tratta di questioni sulle quali riflettono, fra gli altri, Olafur Eliasson, Cyprien Gaillard, Otobong Nkanga, Wolfgang Tillmans ed Erika Verzutti, ovvero alcuni degli artisti del nostro tempo le cui opere sono incluse nel percorso espositivo. Contribuiscono alla lettura proposta alcuni lavori legati ai movimenti dada e surrealista, realizzati da Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray e Leonora Carrington, ma anche le opere di influenti esponenti delle neoavanguardie – da Yves Klein a Otto Piene, da Robert Smithson ad Hans Haacke. Arricchiscono l'analisi di Nulla è perduto, titolo che evoca la massima “Rien ne se perd (nulla si perde)” attribuita al chimico francese Lavoisier, le opere di artisti legati all’Arte Povera, come Pier Paolo Calzolari e Paolo Icaro, oltre alle sculture e alle installazioni di Rebecca Horn e Liliane Lijn.

[Immagine in apertura: Leandro Erlich,The Cloud (UK), 2016vetro ultra chiaro, inchiostro ceramico, legno, luce, 199,5 x 175 x 81 cm. Courtesy l’artista e Galleria Continua. Photo Antonio Maniscalco]

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