Vivian Maier. Shadows and Mirrors
sulla mostra
La mostra Vivian Maier. Shadows and Mirrors, allestita nella suggestiva cornice di Palazzo Sarcinelli a Conegliano, in provincia di Treviso, ripercorre la vita e l'opera della grande autrice statunitense che, con i suoi scatti, indagava sul senso dell'essere e sulla definizione della propria identità. Visitabile fino ll'11 giugno prossimo, l'esposizione racconta il particolarissimo stile di una delle fotografe più importanti della storia recente.
GLI SCATTI DI VIVIAN MAIER IN MOSTRA A CONEGLIANO
Il percorso espositivo riunisce una serie di 93 autoritratti di Maier: una raccolta di immagini ottenute attraverso originali giochi di ombre e riflessi che rivelano la presenza-assenza dell'autrice. Curata da Anne Morin in collaborazione con Tessa Demichel e Daniel Buso, l'esposizione si concentra sul tema dell'autoritratto, elemento distintivo dell'opera di Maier, dai primi lavori degli anni Cinquanta fino alle opere di fine Novecento. Una serie di fotografie di grande varietà espressiva e complessità tecnica suddivisa in tre sezioni differenti. La prima, Shadow, è caratterizzata dalla proiezione della silhouette dell'artista che rappresentava, per lei, una peculiare forma di autorappresentazione. L'itinerario prosegue con Reflection, la raccolta di immagini dedicate al riflesso, tra visibile e invisibile. A chiudere questo viaggio per immagini è Mirror, l'ultima sezione incentrata sullo specchio, elemento che ricorre spesso negli scatti della fotografa: che sia frammentato o posizionato in modo tale da proiettare il viso dell'autrice su altri specchi, questo oggetto rappresenta lo strumento ideale attraverso cui Maier affronta il proprio sguardo.
LA FOTOGRAFA VIVIAN MAIER
Esponente della street photography, Vivian Maier si dedicò alla fotografia per più di quarant'anni, lavorando nel frattempo come bambinaia a New York e Chicago. Trascorse la vita nel più completo anonimato fino al 2007, quando vennero alla luce i suoi 120mila negativi, diverse registrazioni audio, stampe fotografiche e centinaia di rullini e pellicole non sviluppate. Quello che per lei era stato soltanto un hobby finì per trasformarla in una delle più note personalità del panorama artistico internazionale.
[Immagine in apertura: Self-portrait, New York, 1955 © Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY]