Lascia stare i sogni

sulla mostra

Regista e videoartista, Yuri Ancarani è al centro della mostra Lascia stare i sogni, dedicata alla sua produzione cinematografica e documentaristica, a metà tra l'arte e il video. Allestita negli spazi del PAC Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano, la monografica ripercorre l'attività dell'artista ravennate ed esplora gli aspetti più autentici della sua opera, rivelandone sfumature e codici linguistici. Promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta dal PAC con Silvana Editoriale, l'esposizione, visitabile fino all'11 giugno prossimo, rientra nel programma della Milano Art Week (11-16 aprile 2023).


LE OPERE DI YURI ANCARANI A MILANO


Per la prima volta tutti i film di Ancarani trovano spazio in un'unica rassegna che descrive lo stile e l'attività del regista. Curata da Diego Sileo e Iolanda Ratti, in partnership con il MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, la mostra spazia dai primi lavori alle creazioni più recenti dell'artista, fino all'ultimissima opera pensata appositamente per il PAC: dalla serie Ricordi per moderni realizzata nei primi anni Duemila alle opere più conosciute. È il caso della trilogia de La malattia del ferro (2010-12), di cui fanno parte Il Capo, ambientato in una cava di marmo delle Alpi Apuane, Piattaforma Luna, girato dentro una camera iperbarica, e Da Vinci, dedicato a un sofisticato sistema chirurgico chiamato “da Vinci Si”. Non manca l'altra grande trilogia de Le radici della violenza (iniziata nel 2014 e ancora in corso), con San Siro, San Vittore e San Giorgio. A chiudere l’itinerario è il lavoro realizzato ad hoc per il PAC, dal titolo Il popolo delle donne.


LA MOSTRA DI ANCARANI AL PAC


Lascia stare i sogni, come suggerisce il titolo stesso (ispirato a una citazione del film Atlantide realizzato dal regista), è un invito a osservare i lavori in mostra senza far riferimento a quell'immaginario spesso ricorrente nell'industria cinematografica. Per entrare nel mondo di Ancarani, infatti, non è necessario appellarsi a particolari significati onirici, ma serve soltanto uno sguardo capace di andare oltre le apparenze più scontate. Un percorso espositivo che si inserisce perfettamente nella poetica dell'artista, fatta di un'osservazione attenta e senza giudizio della realtà.

[Immagine in apertura: Il Capo, 2010. Still video. Courtesy Studio Ancarani]

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