
I tesori in vetro di Murano alla Biennale di Venezia
Altro
12 aprile 2025

I tesori in vetro di Murano alla Biennale di Venezia
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12 aprile 2025
Alle Stanze del Vetro, sull’Isola di San Giorgio a Venezia, una mostra racconta il decennio d’oro del vetro muranese alla Biennale, tra sperimentazione, riconoscimento internazionale e grandi nomi, da Carlo Scarpa a Mario Deluigi.
Che rapporto lega la Biennale di Venezia al vetro di Murano? Una storia lagunare durata decenni, che viene finalmente illustrata da una serie di mostre sull’Isola di San Giorgio Maggiore, alle Stanze del Vetro. Visitabile dal 13 aprile al 23 novembre, il nuovo capitolo 1932–1942. Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia, curato da Marino Barovier, è un viaggio nella straordinaria stagione di sperimentazione artistica e tecnica che vide le fornaci muranesi protagoniste assolute della Biennale, nel Padiglione Venezia appena inaugurato.
IL VETRO DI MURANO ALLA BIENNALE DI VENEZIA
Il decennio che va dal 1932 al 1942 rappresenta una fase cruciale per il vetro veneziano, che si rinnova nei linguaggi e nelle tecniche. In quegli anni, per la prima volta, le arti decorative ricevettero un riconoscimento istituzionale all’interno della prestigiosa esposizione, grazie alla collaborazione tra la Biennale e l’Istituto Veneto per il Lavoro. Il vetro di Murano, fino ad allora considerato arte “minore”, ottenne finalmente uno spazio e un pubblico internazionali, rivelando tutta la sua modernità e la sua capacità di dialogare con il gusto del tempo.
LA MOSTRA A LE STANZE DEL VETRO: DA CARLO SCARPA A MARIO DELUIGI
La Biennale diventa da quel momento il laboratorio ideale per queste avventure formali, offrendo ogni due anni nuove sfide e possibilità di confronto a livello internazionale. In questo fermento creativo si distinguono personalità visionarie come Carlo Scarpa, che collabora con la Venini portandola al suo massimo splendore, e Flavio Poli, autorevole interprete della Barovier Seguso Ferro, poi Seguso Vetri d’Arte. Il pittore Dino Martens, invece, porta la sua visione alle fornaci Salviati e Aureliano Toso, mentre Mario De Luigi, sotto lo pseudonimo di Guido Bin, firma opere per Salviati & C.
[Immagine in apertura: Vasi in pasta vitrea rosso corallo, N. Martinuzzi, Zecchin Martinuzzi, 1933, collezione G. Alessandri, collezione A. Marcora. Ph. Enrico Fiorese /Corallo pasta vitrea vases, N. Martinuzzi, Zecchin Martinuzzi, 1933, G. Alessandri collection; A. Marcora collection. Ph. Enrico Fiorese]
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