Sono oltre 50 le opere che compongono la prima retrospettiva che Bologna dedica a Ai Weiwei. Allestita a Palazzo Fava e curata da Arturo Galansino, indaga la produzione e la carriera dell'artista e dissidente cinese attraverso una selezione di installazioni, video, sculture e fotografie.

‌All’inizio del 2024, Ai Weiwei era comparso sugli schermi pubblici di tutto il mondo e, illuminando le strade di otto città (compresa Milano), aveva rivolto 81 domande esistenziali all’intelligenza artificiale. Uno di quei quesiti – Ai Weiwei. Who am I? – è divenuto il titolo della prima mostra dell’artista e attivista cinese a Bologna. Inaugurata nei giorni scorsi e allestita a Palazzo Fava fino al 4 maggio 2025, è stata scelta da oltre mille visitatori nel primo weekend di apertura.LA MOSTRA DI AI WEIWEI A BOLOGNARealizzata da Opera Laboratori (con la collaborazione di Galleria Continua) e curata da Arturo Galansino, la retrospettiva offre una ricognizione dell’universo creativo di Weiwei attraverso una selezione di oltre 50 opere. Installazioni di grandi dimensioni, sculture, video e fotografie prendono in esame le tematiche che da sempre accompagnano il lavoro dell'artista: la libertà di espressione e di informazione, i diritti umani e civili, le migrazioni, le crisi geopolitiche e i cambiamenti climatici. In parallelo, a prendere forma è anche un dialogo tra oriente e occidente, passato e presente nella cornice storica del palazzo bolognese. I miti greci e romani raffigurati nei celebri cicli dei Carracci i al piano nobile, ad esempio, incontrano le leggende della cultura cinese e gli animali fantastici tratti dal bestiario del Classic of Mountains and seas, ricostruiti con bambù, carta di riso e seta.AI WEIWEI E LA LOTTA PER LA LIBERTÀ D’ESPRESSIONENon mancano, inoltre, alcuni interventi storici che hanno contribuito alla fama internazionale di Ai Weiwei. Tra questi emerge l’iconico trittico fotografico Dropping a Han Dynasty Urn, che documenta l’artista mentre distrugge un vaso di circa duemila anni fa, esposto insieme ai suoi resti. Il lavoro, che voleva essere una critica alla cancellazione della memoria storica in Cina nella seconda metà del Novecento, è accompagnato da Han Dynasty Urn with Coca Cola, una riflessione sul capitalismo che evoca Andy Warhol e Marcel Duchamp. A Bologna sono esposti anche i progetti più recenti, come la serie di installazioni Forever Bicycles, con gli assemblaggi di biciclette che fanno riferimento al cambiamento sociale e urbano in Cina, il tributo alle migrazioni nel Mediterraneo con la carta da parati Odissey, e le opere realizzate con i mattoncini colorati che riprendono, con delle variazioni ironiche, alcune importanti opere della tradizione pittorica occidentale. La mostra Ai Weiwei. Who am I? è promossa da Fondazione Carisbo nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.[Immagine in apertura: Ai Weiwei alla mostra Ai Weiwei. Who am I?. Photo Roberto Serra per Opera Laboratori]
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