Proveniente dalle collezioni dei Musei Vaticani, la predella della Pala Oddi è il "Capolavoro per Milano 2022". L'opera, realizzata dal maestro di Urbino agli inizi della carriera, resterà esposta dal 4 novembre 2022 al 29 gennaio 2023 al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano.

È una tradizione ormai consolidata quella dell'iniziativa denominata Capolavoro per Milano. Giunto alla XIV edizione, l'annuale progetto culturale si basa sulla temporanea esposizione di un riconosciuto capolavoro, concesso da una prestigiosa sede museale, nel Museo Diocesano Carlo Maria Martini, a Milano. Quest'anno, a partire dal 4 novembre, i riflettori saranno puntati su Raffaello Sanzio.UN CAPOLAVORO DI RAFFAELLO ESPOSTO A MILANO  Appartiene alla fase giovanile della carriera del maestro urbinate la Predella della Pala Oddi, eccezionalmente concessa per questa occasione espositiva dai Musei Vaticani. Normalmente visibile nella sala VIII della Pinacoteca, dedicata alla produzione di uno dei protagonisti assoluti del Rinascimento italiano, resterà esposta a Milano fino al 29 gennaio 2023. Risalente al 1504, è un olio su tavola con un significativo sviluppo orizzontale (39 x 188 cm). A formarlo sono tre scomparti, relativi ad altrettanti episodi chiave della tradizione cristiana: l’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi e la Presentazione al Tempio. In previsione dell'iniziativa Capolavoro per Milano, sull'opera è stato condotto un intervento di restauro, a cura del Laboratorio di Restauro Pitture dei Musei Vaticani ed eseguito dal maestro Paolo Violini. Un'operazione che restituisce ai colori di Raffaello piena brillantezza e riconoscibilità. LA STORIA DELLA PALA ODDI DI RAFFAELLO SANZIO Per ricostruire la storia della Pala Oddi è necessario fare un salto indietro nel tempo di oltre mezzo secolo. Raffaello realizzò questo lavoro su commissione: si tratta di uno dei tre incarichi che ricevette a Perugia, città in cui l'olio su tavola è stato conservato fino al 1797, nell'altare della famiglia Oddi all'interno della chiesa di San Francesco al Prato. Dopo essere stato requisito dai francesi, venne trasferito dall'Umbria a Parigi, dove restò fino al 1815. A quell'anno risale il rientro in Italia: su iniziativa di Papa Pio VII divenne parte della raccolta della nuova Pinacoteca Vaticana. Per la composizione e la realizzazione della Pala Oddi, Raffello risentì dell'influenza di pittori come Perugino, che operò fra Perugia e Firenze sul finire del Quattrocento, di Piero della Francesca e del clima culturale della sua Urbino, governata dai Montefeltro. Influssi che tuttavia si sommano alle sue soluzioni innovative, frutto della ricerca personale e dello slancio creativo dell'autore, nonché già riconducibili all'epoca rinascimentale. L'esposizione di quest'opera al Museo Diocesano Carlo Maria Martini segue quella degli acclamati capolavori scelti nelle passate edizioni. Fra questi ricordiamo L’Adorazione dei Magi di Albrecht Dürer, proveniente dalle Gallerie degli Uffizi, l’Adorazione dei Pastori di Perugino, concessa dalla Galleria Nazionale dell'Umbria, e l’Adorazione dei Magi di Artemisia Gentileschi, in prestito dalla Diocesi di Pozzuoli. [Immagine in apertura: Raffaello Sanzio, La predella della Pala Oddi]
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