In concomitanza con la mostra in corso a Verona, SilvanaEditoriale dedica un volume monografico all'iconica artista Carol Rama, omaggiandone la vasta e complessa produzione.

Alla vigilia di una Biennale di Venezia tutta nel segno della pittura surrealista di Leonora Carrington, SilvanaEditoriale porta sugli scaffali un piccolo ma esaustivo compendio sulla ricerca della figura femminile forse più ribelle e sfuggente dell'arte italiana: Carol Rama, l'eccentrica autrice torinese “riscoperta” dalla critica nell'ultimo decennio e ancora al centro di una necessaria opera di valorizzazione. Curato da Marco Meneguzzo come catalogo alla mostra in corso fino al 14 maggio presso lo Studio la Città di Verona, il libro è una densa riflessione sulle opere principali della pittrice, nata nel capoluogo sabaudo nel 1918 e scomparsa nel 2015 dopo una vita travagliata, sempre in bilico tra “normalità” e follia. RISCOPRIRE CAROL RAMA Focus principale sia dei testi introduttivi al libro, sia delle opere presentate, è certamente la dimensione esistenziale dei lavori di Carol Rama: opere quasi sempre istintive, e che rappresentano i desideri e le pulsioni di una donna e artista perennemente in cerca. Nelle sue ottanta pagine, il catalogo – dal titolo Seduzioni e sortilegi (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) – offre uno sguardo sulla produzione della protagonista, dai disegni acquerellati della metà degli anni Quaranta – un unicum assoluto nella storia dell'arte italiana – alle opere più mature dedicate ai temi del corpo e della sessualità. LE PAROLE DI MARCO MENEGUZZO Alle opere originali si affiancano le fotografie dell’artista Bepi Ghiotti, dalla serie Inside Carol Rama, e gli scatti in bianco e nero di Roberto Goffi, dalla serie La Casa di Carol. Un aspetto, questo dello studio torinese dell'artista, sapientemente ripreso e approfondito anche nel testo in apertura, edito da Meneguzzo. “Entrare nella casa di Carol Rama – ci ha abitato per settant'anni – era come entrare in un tempo diverso, ma psicologicamente diverso. Lì gli oggetti, i quadri, i mobili perdevano ogni riferimento a una realtà esterna e diventavano un tutt'uno con gli altri, e con Carol che ne catalizzava le energie e restituiva a quell'insieme disparato e confuso il senso della propria unità”.
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