Antonio Canova e Bologna: un legame da riscoprire
ARTE
Il rapporto tra il celebre Antonio Canova e la città di Bologna è al centro di una grande esposizione che, da sabato 4 dicembre, animerà il Salone degli Incamminati della Pinacoteca Nazionale di Bologna. In mostra, fino al 20 febbraio, sculture, dipinti e documenti provenienti da importanti istituzioni italiane.
La Pinacoteca Nazionale di Bologna si appresta ad accogliere la mostra dedicata a uno degli artisti nostrani più raffinati e influenti del XVIII secolo. Stiamo parlando del grande Antonio Canova. Conosciuto soprattutto come il massimo esponente del Neoclassicismo, Canova è stato in grado di realizzare capolavori apprezzati dai potenti dell’epoca, uno su tutti Napoleone Bonaparte. Un’eredità importante che, grazie per esempio a un’istituzione come la Gipsoteca di Possagno, viene oggi conservata per poter essere fruita da chiunque. Con l'obiettivo di fare luce su alcuni aspetti dell'attività di Canova, come il suo rapporto con l’Italia e le azioni diplomatiche compiute per preservarne il patrimonio artistico, il 4 dicembre prenderà il via la rassegna che si avvale della collaborazione di rilevanti realtà del territorio ed editoriali come la Società di Santa Cecilia. Amici della Pinacoteca Nazionale di Bologna, l’Accademia di Belle Arti, il Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna e la casa editrice Electa.
LA MOSTRA SU ANTONIO CANOVA A BOLOGNA
Dal titolo Antonio Canova e Bologna. Alle origini della Pinacoteca, la rassegna inviterà il pubblico a percorrere il Salone degli Incamminati sulle tracce dei rapporti che il maestro neoclassico coltivava tanto con la città di Bologna quanto con le sue istituzioni e i suoi artisti. A cura di Alessio Costarelli, la mostra si articolerà in un percorso espositivo costellato di sculture, dipinti e documenti provenienti da diverse biblioteche, archivi e istituzioni museali, quali i Musei Civici di Bassano del Grappa, la Biblioteca dell’Archiginnasio, l’Università di Bologna e la Pinacoteca Civica di Cento. Fino al prossimo 20 febbraio, si avrà così modo non solo di ammirare alcune opere canoviane in dialogo con artisti del calibro del Perugino o del Parmigianino, presenti nella collezione permanente della Pinacoteca bolognese, ma soprattutto di scoprire il ruolo che Canova ha rivestito in ambito diplomatico.
CANOVA IL DIPLOMATICO
Al centro del progetto espositivo vi sono infatti alcune operazioni diplomatiche che l’artista ha portato avanti con l’intento di recuperare parte del patrimonio artistico bolognese accumulato in Francia in seguito alle spoliazioni napoleoniche: un tesoro inestimabile che oggi rappresenta il nucleo principale della collezione della Pinacoteca stessa.
Una tematica largamente approfondita nell’ultima sezione della mostra, dedicata alla storica esposizione che, dal gennaio del 1816, vide allestiti nella Chiesa dello Spirito Santo ben diciotto capolavori restituiti alla città: un evento importante che rafforzò il legame tra la cittadinanza e il patrimonio artistico ritrovato.
[Immagine in apertura: Antonio Canova, Autoritratto. Bassano del Grappa, Museo Civico, gesso, 1812
© Musei Civici di Bassano del Grappa]