Dal 3 aprile al 5 maggio, in occasione del Salone del Mobile di Milano e dell’uscita nelle sale italiane del documentario “Hopper. Una storia d'amore americana”, Soggettiva Gallery inaugura una mostra dedicata all’arte cinematografica indagata attraverso i paesaggi e le architetture statunitensi.

Le strade vive e trafficate di New York, il suo skyline inconfondibile segnato dall’Empire State Building, l’assolata Los Angeles: non serve essere stati negli Stati Uniti per visualizzare vividamente queste affascinanti città, impresse nel nostro immaginario collettivo anche grazie alle pellicole cinematografiche che le hanno raccontate nel corso del tempo. Ed è proprio alle più iconiche città americane e alla loro relazione con il grande schermo che è dedicata la mostra American Movie Places: N.Y to L.A., allestita dal 3 aprile al 5 maggio presso Soggettiva Gallery a Milano.CINEMA E ARCHITETTURA IN MOSTRA A MILANODopo la fortunata mostra dedicata ai mitici film di Quentin Tarantino, reinterpretati attraverso le lenti di 41 artisti, l’originale spazio espositivo milanese dedicato agli “alternative movie poster” si prepara a inaugurare la prossima rassegna in occasione del Salone del Mobile (che quest’anno si terrà dal 16 al 21 aprile) e in concomitanza con l’uscita nelle sale italiane, il 9 e 10 aprile, del documentario Hopper. Una storia d'amore americana. Diretto da Phil Grabsky, il film accende i riflettori su uno degli artisti più emblematici della cultura statunitense, Edward Hopper, e sulla sua “storia d’amore” con l’architettura e i silenziosi paesaggi americani. L ’esposizione negli spazi di Soggettiva Gallery indaga quindi il cinema attraverso queste due città-simbolo, attingendo soprattutto da un repertorio architettonico e artistico, a partire proprio dagli scorci urbani e domestici di Hopper.LE LOCANDINE “ALTERNATIVE” DI SOGGETTIVA GALLERYFondata a Milano nel 2022 da Alberto Bozzoli e Raoul Simoni, nel giro di pochi anni Soggettiva Gallery ha riscosso un grande successo, grazie alla scelta originale di dedicarsi a una forma espressiva insolita e stravagante: quella delle locandine cinematografiche. Non si tratta tuttavia delle locandine ufficiali, ma di quelle “alternative”, reinterpretate liberamente da artisti, creativi e designer. Prima e unica realtà italiana ad aver scommesso su questo particolare “oggetto d’arte”, la galleria riesce così nell’intento di mettere d’accordo gli appassionati provenienti da diversi settori, unendo cinema, arte, progettazione ed editoria.[Immagine in apertura: G. Townley, Kaufmann House]
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