​L’artista piemontese Fabio Viale è al centro della grande mostra In between, allestita ai Musei Reali di Torino. Protagoniste dell’esposizione, aperta fino al 9 gennaio, le sue celebri sculture tatuate, sempre in bilico tra classicismo e contemporaneità.

Dopo essere state ospitate in importanti istituzioni straniere come il Glyptothek Museum di Monaco di Baviera, o il Pushkin Museum di Mosca, le celebri sculture tatuate di Fabio Viale sono approdate a Torino. Conosciuto in tutto il mondo per la sua abilità nel far dialogare in maniera inaspettata classicismo e contemporaneità, l’artista piemontese ha da poco inaugurato una grande ai Musei Reali. Curata da Roberto Mastroianni e Filippo Masino, in collaborazione con la Galleria Poggiali, l’esposizione darà la possibilità – fino al 9 gennaio – di contemplare tutta la sorprendente bellezza che emerge dalle opere monumentali di Viale. Una maestria, quella dello scultore, che viene sottolineata anche dalle parole di Roberto Mastroianni: “Le opere di Fabio Viale mettono in scena una porzione del nostro immaginario collettivo, in una dialettica tra classicità e tribalismo metropolitano, tra innovazione tradizione, tra realtà e simulazione, in grado di consegnarci un'immagine universale dell'umano e delle sue forme. In questo spazio intermedio tra il noto e l'ignoto tra l'essere e il divenire, Fabio Viale esplora il valore eterno dell'arte e della prassi estetica, restituendo con i linguaggi del contemporaneo la nostra eredità culturale in un dialogo costante tra presente e passato”. LA GRANDE MOSTRA DI FABIO VIALE A TORINO Intitolata non a caso In between, la personale di Fabio Viale presenta un corpus di dieci sculture (di cui due inedite) che portano a riflettere sui contrasti che possono esistere tra innovazione e tradizione, e fra i modelli classici di bellezza e il tribalismo metropolitano. Allestite tra la Piazzetta Reale e il Palazzo Reale, le opere tracciano un suggestivo itinerario atto a immergere lo spettatore in tutto lo stupore della particolare poetica dell’artista cuneese. Una ricerca artistica, quella di Viale, che si alterna tra la rappresentazione di corpi possenti (come avviene con le opere Laocoonte e Torso Belvedere) e delicate forme femminili (Venus, Amore e Psiche) per porre l’attenzione su di un’ambiguità fisica evidenziata dalla presenza di vistosi e aggressivi tatuaggi. Concepito per offrire a chiunque la possibilità di confrontarsi personalmente con la monumentalità delle opere, il percorso espositivo parte dallo spazio antistante al museo creando, grazie all’allestimento di cinque imponenti sculture, un primo interessante dialogo con l’architettura urbana. All’interno della residenza sabauda si avrà invece modo di accedere al Salone delle Guardie Svizzere, dominato dall’inedita Amore e Psiche: un’opera che "ammicca" all’omonimo capolavoro di Canova per lanciare delle riflessioni inaspettate sulla condizione della donna nell’attuale contesto geopolitico. “'Amore e Psiche' è una scultura a cui avevo iniziato a lavorare diversi mesi fa, per la quale avevo immaginato dei meravigliosi tatuaggi giapponesi”, spiega lo stesso Viale. “Ma alla luce dei recenti fatti in Afghanistan, ho sentito che il mio progetto doveva cambiare radicalmente per provare invece a gettare un ponte culturale tra Occidente e Medioriente, dando voce alle donne non solo di quel paese ma di tante parti del mondo. Dal mio punto di vista quest’opera rappresenta una grande novità, perché mi consente attraverso la scultura di aprire una finestra su aspetti della nostra attualità”. Nella Cappella della Sindone e nell’Armeria Reale si potranno infine ammirare, rispettivamente, Souvenir Pietà (Cristo), del 2006, e Lorica, la fantasiosa armatura all’antica - in marmo rosa - realizzata sulla base di una scansione 3D del busto del famoso rapper Fedez. FABIO VIALE TRA INNOVAZIONE E CLASSICISMO L’esperienza della mostra proseguirà durante il mese di dicembre, con una seconda tappa nelle nuove Sale delle Antichità Reali. Un progetto che porrà l’attenzione sui concetti di ambiguità e finzione attraverso veri e propri ossimori materici, presentando alcune opere in grado di creare un interessante contrasto con la statuaria greco-romana della collezione dei Savoia. Come sostiene anche il curatore Filippo Masino: “Da millenni il marmo tramuta in sostanza nobile ed eterna ciò che nasce umile e transitorio, sia esso un corpo umano, un drappo di tessuto o un cespo d’acanto. Grazie al gesto di Fabio Viale, la vitalità del reale riemerge dalle superfici lapidee, ma non secondo le usuali metafore: la scomposizione delle statue dei Maestri, la riscrittura dei significati e l’illusione dei falsi materiali stimolano i nostri sensi e la nostra curiosità, e sono al contempo capaci di veicolare messaggi di valore universale”. [Immagine in apertura: Fabio Viale, Laocoonte, 2020, marmo bianco e pigmenti. Credits Nicolo Campo DB Studio]
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