Le immagini ciniche e surreali di Martin Parr approdano al Mudec di Milano. La rassegna, curata dallo stesso fotografo, riunisce ben 60 scatti, a cui si aggiungono le oltre 200 immagini della celebre serie “Common Sense” e un documentario inedito.

Con i suoi scatti colorati e provocatori, il fotografo Martin Parr ha documentato l’assurdità della vita quotidiana, mostrando con pungente ironia le contraddizioni e i tratti surreali della società contemporanea. A lui è dedicata la rassegna Short&Sweet, in corso al Mudec – Museo delle Culture di Milano fino al 30 giugno, con cui la stagione delle grandi mostre di fotografia del 2024 entra decisamente nel vivo. In esposizione, oltre sessanta fotografie selezionate dallo stesso artista, nonché la sua celeberrima serie Common Sense e una video-intervista inedita.MARTIN PARR "APPRODA" AL MUDEC DI MILANO Curata dallo stesso Martin Parr e realizzata in collaborazione con Magnum Photos, la retrospettiva si apre con le immagini in bianco e nero della serie giovanile The Non-Conformists (1975-1980), con cui l’allora ventitreenne Parr e la compagna e futura moglie Susie Mitchell documentano i nonconformisti della chiesa metodista e battista nelle periferie dello Yorkshire.  Si passa poi al primo progetto a colori del fotografo, The Last Resort, un’indagine sulla località balneare di Brighton negli anni Ottanta: un reportage crudo e spietato sul tempo libero delle famiglie a basso reddito, nonché una testimonianza sulla "fine" della classe operaia e sull’avvento dell’era consumistica. La spiaggia torna anche in una serie più recente, Life’s a Beach (2013), in cui Parr documenta l’affollata e surreale stagione balneare dalle coste di tutto il mondo. IL KITSCH CHE HA RESO CELEBRE MARTIN PARR Con i suoi scatti, Martin Parr sembra dirci che non c’è nulla di davvero “normale” nella vita quotidiana. Prendiamo ad esempio il corpus di oltre duecento fotografie che compongono Common Sense, serie che lo ha portato al successo planetario: con la sagacia che lo contraddistingue – perché “si può imparare di più sul Paese in cui si vive da un comico che dalla conferenza di un sociologo” –, l’artista mette a nudo la cultura dello spreco e del consumo di massa, attraverso una critica pungente e diretta. Il kitsch, il volgare, così come tutto ciò che è “stonato” e assurdo (ma pur sempre apprezzato dal “senso comune” della massa) diventa per Parr fertile terreno di sperimentazione visiva. [Immagine in apertura: Martin Parr, Common Sense, 1995-1999 © Martin Parr/Magnum Photos]
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