13 nuovi siti nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco
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Il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco si è da poco riunito a Riad, in Arabia Saudita, per aggiungere 13 nuovi siti nella Lista del Patrimonio dell’Unesco. Anche questa volta, Venezia si “salva” e non entra nella “lista nera” dei siti a rischio.
Il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco – composto dai rappresentanti di ventuno stati membri – si è riunito a Riad, in Arabia Saudita, per aggiungere nuovi siti alla lista che raccoglie i luoghi di “eccezionale valore universale” di tutto il mondo, offrendogli protezione legale. Le nuove aggiunte di quest’anno sono sparse tra Iran, Cina, Etiopia, Azerbaigian e il territorio palestinese della Cisgiordania. Fra i tredici nuovi siti compare anche l’Italia, con il “Carsismo nelle evaporiti e grotte dell’Appennino settentrionale in Emilia-Romagna". È il sesto sito naturale italiano riconosciuto dall’Unesco: con la sua nomina, l'Italia – il Paese con più siti Unesco di ogni altro – arriva a ben 59 luoghi protetti dallo status di "Patrimonio Mondiale".I NUOVI SITI NELLA UNESCO
Nella lista fanno la loro apparizione anche il sito archeologico di Tell es-Sultan, situato vicino alla città palestinese di Gerico, nella Cisgiordania occupata da Israele: il sito, che presenta testimonianze di comunità preistoriche risalenti al IX millennio a.C., è il più "politicizzato" tra quelli aggiunti alla lista. Dalla provincia cinese dello Yunnan, invece, viene annesso il paesaggio culturale delle antiche foreste di tè della montagna di Jingmai. Vengono aggiunti anche numerosi siti ucraini, come la Cattedrale di Santa Sofia, il complesso monastico di Kyiv-Pechersk Lavra (il Monastero delle Grotte) a Kiev, e l’intero centro storico della città di Leopoli, ora riconosciuti come a rischio a causa dell’offensiva russa. VENEZIA RESTA TRA I PATRIMONI UNESCO
Nonostante i numerosi avvertimenti, resta fuori dalla “lista nera” dei patrimoni a rischio la laguna di Venezia, in cui rischiava di comparire a causa della turistificazione di massa e della crisi climatica. I provvedimenti presi negli ultimi anni sembrerebbero aver convinto, al momento, il comitato: si veda ad esempio il sistema MOSE per proteggere la laguna dall’acqua alta, o il cosiddetto “contributo d’accesso” per la gestione dei flussi turistici, approvato lo scorso 12 settembre (tra lo scontento di numerosi residenti).
[Immagine in apertura: Leopoli. Foto di Dima Pima su Unsplash]