Il Padiglione Italia alla Biennale Architettura sarà diffuso e interdisciplinare
ARCHITETTURA
Nel corso della conferenza stampa avvenuta oggi, 27 aprile, il giovane collettivo Fosbury Architecture ha annunciato come sarà il Padiglione Italia alla prossima Biennale di Architettura di Venezia. Un padiglione non convenzionale ed esteso anche oltre i confini dell'Arsenale.
È iniziato il conto alla rovescia in
vista della 18. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, che inaugurerà il prossimo 20 maggio attirando in Laguna i protagonisti della progettazione internazionale.
In vista di questa data, i dirigenti
della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero
della Cultura, il presidente della Biennale Roberto Cicutto, il
ministro Gennaro Sangiuliano e i membri di Fosbury Architecture –
il collettivo incaricato di curare il padiglione nazionale – si
sono riuniti a Roma per la conferenza di presentazione ufficiale del
progetto, condividendo gli aspetti principali del lavoro.
IL PADIGLIONE ITALIA DI FOSBURY
ARCHITECTURE
Avviato lo scorso gennaio con una serie
di eventi “satellite” organizzati su tutta la Penisola, il
progetto – dal titolo Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli
altri – occuperà fino al 26 novembre prossimo gli spazi delle
Tese delle Vergini, all'Arsenale. L'obiettivo? Ribadire il
superamento dell'idea di “architetto-autore”, supportando
piuttosto una visione d'insieme, in cui lo spazio (fisico e
simbolico) sia percepito come “rete dei rapporti che permettono
di insediarsi nella realtà presente”.
E proprio i nove interventi site
specific intrapresi in altrettanti luoghi dello Stivale saranno lo
scheletro e l'anima su cui anche il Padiglione Italia, nella sua
dimensione classica, ovvero quella veneziana, si reggerà. I tremila
metri quadrati della sede lagunare ospiteranno “una sintesi
formale e teorica” delle azioni realizzate sul territorio
italiano: non si tratterà pertanto di una mostra convenzionale fine
a se stessa e circoscritta a un periodo di tempo limitato, ma di un
racconto collettivo atto a evidenziare le premesse e le aspettative
dei vari progetti in corso d'opera al di fuori dell'Arsenale.
Progetti già avviati e che dovranno continuare nel tempo, anche dopo il giorno di chiusura della kermesse (curata quest'anno
da Lesley Lokko).
I TEMI DEL PADIGLIONE
ITALIA
Ma quali sono le nove installazioni
d'autore in questione, e quali le figure scelte da Fosbury Architecture per
innescare questi processi di attivazione locale? Si passa da Tracce
di BelMondo, opera concepita dal collettivo Orizzontale per
Belmonte Calabro (Cosenza), a La Casa Tappeto firmata da
Studio Ossidiana a Librino (Catania); da Sot Glas a Trieste
(progetto sviluppato dall'artista, designer e ricercatrice Giuditta
Vendrame nei tunnel sotterranei di un vecchio rifugio antiaereo) a
Uccellaccio (piano di rigenerazione di un “ecomostro”
elaborato da HPO a Ripa Teatina, in Abruzzo).
Questi e altri interventi avranno luogo
in zone fragili del territorio italiano, quartieri periferici,
contesti disagiati e di degrado, dove ricreare una comunità e
offrire nuove prospettive agli abitanti è un'urgenza di cui
l'architettura, stando all'idea di Fosbury, deve farsi carico.
La collaborazione con studi di
progettazione, giovani architetti, artisti, performer, esperti di
alimentazione, scrittori e registi dimostra infine l'anima
fortemente “transdisciplinare” dell'iniziativa. Un progetto
votato al presente e alle “sfide impossibili” del mondo; impossibili, forse, “se affrontate a livello globale, ma che se
calate nelle microstorie e nei contesti locali sono in grado di
produrre riscontri tangibili e immediati”, come ha sottolineato Veronica Caprino di Fosbury Architecture.
[Immagine in apertura: Fosbury Architecture Ph. Giacomo Bianco]