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Il plurale di Civiltà

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Altro | Sky Arte

Crediti Associazione Nazionale Archeologi

Nel Paese che detiene&nbsp;la più alta concentrazione di beni archeologici a livello globale, finalmente la professione dell’archeologo registra un boom di richieste. Il dato emerge dall'ultimo censimento condotto dall’Associazione Nazionale Archeologi e sarà dettagliatamente presentato a Roma, dal 28 al 31 agosto, al meeting annuale degli archeologi europei.

In Italia è boom di richieste per gli archeologi

Courtesy Museo Egizio

Dopo un tour lungo otto anni tra i musei di tutto il mondo, il ricco corredo della regina sposa di Ramses II è rientrato nella sua sede espositiva, a Torino. Ad attenderlo, tra video e tecnologie multimediali, è una sala rinnovata che include le vetrine di inizio Novecento, volute dall'egittologo Ernesto Schiaparelli.

Al Museo Egizio di nuovo esposto il corredo di Nefertari

Palazzo Amalteo, Lettere di Vetro di Pino Signoretto per Kimiko Yoshida

Conto alla rovescia per la "Venice Glass Week", la manifestazione che dal 14 al 22 settembre celebra l’arte del vetro nella Laguna attraverso mostre, eventi e incontri disseminati tra Venezia, Murano e Mestre. Con il titolo “#AWorldofGlass”, l’ottava edizione è la più internazionale di sempre, con candidature da oltre 45 Paesi.

A Venezia una settimana per celebrare l'arte del vetro

Foto di T. Selin Erkan su Unsplash

L’amministrazione comunale della città partenopea ha lanciato un bando pubblico per la creazione di un logo per la città di Napoli in occasione dei festeggiamenti per i 2500 anni dalla sua fondazione, che ricorreranno nel 2025. La proposta dovrà rappresentare l'identità storica e culturale della città, promuovendo al contempo innovazione e modernità.

Il concorso di grafica che invita a raccontare Napoli con un'immagine

SAYPE, Bridges? Fribourg. Credit SAYPE

L’artista franco-svizzero Saype torna con un nuovo “affresco” ecosostenibile, dedicato al dialogo tra culture. Si tratta dell'opera “Bridges?”, da qualche giorno comparsa su un ampio campo d'erba della città di Friburgo.

La campagna di Friburgo si trasforma in una "tela" monumentale

Libri Finti Clandestini

Noto per le sue minuziose ed eleganti creazioni pop-up, il collettivo Libri Finti Clandestini torna con una nuova opera interattiva dedicata a Philippe Petit, l'uomo che nel 1974 camminò tra le Torri Gemelle di New York su un filo sospeso a più di 400 metri di altezza.

Il libro pop-up che celebra una delle imprese umane più epiche della storia

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La nuova pubblicazione di Blue Crow Media raccoglie i progetti realizzati dagli anni Trenta a oggi dai grandi progettisti internazionali.Più conosciuta per i capolavori del passato di cui è ricca, dagli antichi palazzi nobiliari ai mosaici di San Marco, Venezia custodisce anche alcuni straodinari progetti di architettura modernista e contemporanea.In occasione della 17esima Biennale di Architettura, in corso fino al 21 novembre, la casa editrice britannica Blue Crow Media, specializzata nella pubblicazione di mappe “a tema” delle grandi metropoli, ha lanciato un nuovo itinerario dedicato a Venezia e ai progetti realizzati tra gli anni Trenta del Novecento e i giorni nostri.<h2>UNA MAPPA ARCHITETTONICA</h2>Curata da due storici dell’architettura italiani, Marco Mulazzani ed Elisa Pegorin, e arricchita dagli scatti della fotografa Alessandra Chemollo, questa Modern Venice Map invita a guardare la città con occhi diversi, offrendo un colpo d'occhio sulle opere dei grandi protagonisti dell’architettura internazionale: da Carlo Scarpa – nato proprio a Venezia il 2 giugno 1906 – a Santiago Calatrava, passando per Ignazio Gardella, Cino Zucchi, Alvar Aalto, Tadao Ando, MAP studio, David Chipperfield, Rem Koolhaas e altri ancora.<h2>ALCUNI PROGETTI PUBBLICATI</h2>[Immagine in apertura: Casa Cicogna alle Zattere, Ignazio Gardella (1954-58). Photo Alessandra Chemollo for Blue Crow Media]

Giardino delle Sculture (Giardini della Biennale), Carlo Scarp (1950-52). Photo Alessandra Chemollo for Blue Crow Media

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Casa Cicogna alle Zattere, Ignazio Gardella (1954-58). Photo Alessandra Chemollo for Blue Crow Media

Ponte della Costituzione, Santiago Calatrava (1996; 2001-2008). Photo Alessandra Chemollo for Blue Crow Media

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Quartiere Residenziale ex Junghans, Edificio “D”, Cino Zucchi (1997-2003). Photo Alessandra Chemollo for Blue Crow Media

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Palazzo Grassi e Teatrino Grassi,  Tadao Ando (2006; 2009-11). Photo Alessandra Chemollo for Blue Crow Media

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La mappa per scoprire l'architettura contemporanea a Venezia

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Al Menil Drawing Institute di Houston, una mostra raccoglie i disegni realizzati da 21 artisti contemporanei per illustrare opere monumentali mai diventate realtà. Riprendendo un progetto espositivo studiato da Dominique e John de Menil più di mezzo secolo fa. 
Negli anni Sessanta, Christo e Jeanne-Claude immaginarono di costruire una colossale mastaba formata da barili di petrolio nei pressi di un’autostrada texana, tra Houston e Gavelston. L’opera, con una forma ispirata ai monumenti funerari dell’antico Egitto che tornerà a più riprese nella lunga carriera degli artisti, non vide mai la luce. Nella stessa decade, Walter De Maria progettava una coppia di muri paralleli, ciascuno lungo un miglio, da posizionare a breve distanza l’uno dall’altro. Un’idea che resterà sulla carta, in una serie di disegni molto dettagliati, poiché l’artista non riuscirà a trovare i finanziamenti necessari a portarla a compimento e deciderà di sostituire i muri con due semplici linee tracciate sul terreno.<h2>LA MOSTRA PROGETTATA ALLA FINE DEGLI ANNI ‘60</h2>
Sono soltanto due tra i molti progetti di atipici monumenti d’artista, mai realizzati oppure concretizzati soltanto in forma ridotta o effimera, che Dominique e John de Menil, i fondatori della Menil Collection di Houston, avevano cominciato a raccogliere per un’esposizione dal titolo Dream Monuments, anch’essa mai inaugurata. La loro selezione, che tra il 1968 e il 1969 comprendeva disegni preparatori e modelli di sculture site specific di grandi dimensioni e opere di Land Art immaginate dai più grandi artisti contemporanei, è il nucleo centrale e il punto di partenza di una mostra allestita mezzo secolo più tardi al Menil Drawing Istitute. Inaugurato nel 2018 ed esclusivamente dedicato alle opere grafiche, il museo e centro di ricerca fa parte del grande complesso della Menil Collection.<h2>LA MOSTRA DREAM MONUMENTS</h2>
Visitabile fino al 19 settembre, Dream Monuments: Drawing in the 1960s and the 1970s raccoglie una serie di monumenti “da sogno” – nel senso che sono stati effettivamente sognati dagli artisti e, per ragioni contingenti o perché erano già in partenza destinate a rimanere un progetto, come per esempio la gigantesca palla da bowling che Claes Oldenburg immaginava rotolare lungo Park Avenue, non sono stati tradotti in realtà.
Vederli per la prima volta esposti tutti insieme permette non soltanto di apprezzare la tensione verso l’utopia che caratterizzava gli anni Sessanta e Settanta, ma anche di riflettere sull’arte pubblica e sul suo significato. “Il disegno è uno spazio per il sogno, che consente agli artisti di esplorare sia il possibile che l’impossibile” ha dichiarato Rebecca Rabinow, la direttrice della Menil Collection. “Così, 'Dream Monuments' affronta i modi in cui gli artisti hanno radicalmente trasformato il concetto di monumento, andando oltre le tradizionali funzioni di commemorazione o di marker storico”.<h2>ALCUNE OPERE GRAFICHE IN MOSTRA</h2>
[Immagine in apertura: Mary Beth Edelson, Earth Works: Reclaiming the Land, 1976. Mixed media on board, 26 1/2 × 36 in. (67.3 × 91.4 cm). Courtesy of David Lewis, New York. © Mary Beth Edelson. Photo: Ben Heyer]

Christo, One Million Stacked Oil Drums, Project for Houston, Galveston Area, 1970. Pencil, crayons, and map on paper, 36 × 52 in. (91.4 × 132.1 cm). Estate of Christo V. Javacheff. © Christo. Photo: Andre Grossman

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Claes Oldenburg, Proposed Colossal Monument for Park Avenue, New York - Bowling Balls, 1967. Graphite and watercolor on paper, 28 × 22 1/8 in. (71.1 × 56.2 cm). The Menil Collection, Houston. © Claes Oldenburg. Photo: Paul Hester

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Marta Minujín, Statue of Liberty Lying Down II (With People Walking Through It)[Estatua de la Libertad acostada II (con público que la recorre)], 1979. Ink on vellum, 34 1/2 × 45 in. (87.6 × 114.3 cm). Private Collection. Courtesy of Henrique Faria, New York. © Marta Minujín. Photo: Arturo Sanchez

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Mary Beth Edelson, Earth Works: Reclaiming the Land, 1976. Mixed media on board, 26 1/2 × 36 in. (67.3 × 91.4 cm). Courtesy of David Lewis, New York. © Mary Beth Edelson. Photo: Ben Heyer

I monumenti sognati (e non sempre realizzati) dagli artisti

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Alessandro Sanna è uno dei più noti e premiati illustratori italiani. Il suo ultimo libro è un omaggio al classico di Melville “Moby Dick”. Un libro illustrato per i bambini (e non solo) sulla storia del terribile Achab e sulla gloriosa balena bianca.“Ci vuole un ammirevole coraggio per trarre un libro illustrato da 'Moby Dick': il terribile Achab e l'ancor più terribile balena incutono timore a chiunque, figurarsi a chi si getta in acqua con una matita in luogo di un arpione. Ma Alessandro Sanna conosce quel timore, e sa che per governarlo occorre credere radicalmente nella forma specifica del disegno: nella possibilità di cantare l'epica melvilliana attraverso la figura, infondendovi nuovi sensi e traendo da essa nuovi echi”.Non potrebbe scegliere parole migliori Giorgio Fontana per introdurre al lettore le meravigliose tavole che compongono l'ultimo libro illustrato edito da Rizzoli: un omaggio al grande classico di Herman Melville, dedicato all'epopea della celebre balena bianca.<h2>IL MOBY DICK DI ALESSANDRO SANNA</h2>Pubblicato dall'autore americano per la prima volta nel 1851, il libro – dopo aver appassionato generazioni di lettori e ispirato film, spettacoli teatrali e graphic novel – viene qui riproposto in una serie di tavole illustrate da Alessandro Sanna.Sfogliando le affascinanti opere che compongono il volume, la ciurma del Pequod guidata dal suo folle capitano, il capodoglio solitario, e non ultimo l'eterno scontro tra uomo e natura tornano vivi, suggerendo al lettore nuove riflessioni sui significati e sulle allusioni del racconto.<h2>ALCUNE TAVOLE DEL LIBRO DI SANNA</h2>[Immagine in apertura: Una illustrazione di Alessandro Sanna tratta da Moby Dick, Rizzoli 2021]

La copertina del libro 'Moby Dick' di Alessandro Sanna, Rizzoli 2021

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Una illustrazione di Alessandro Sanna tratta da 'Moby Dick', Rizzoli 2021

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La storia di Moby Dick nelle illustrazioni di Alessandro Sanna

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A partire da oggi, venerdì 11 giugno, i visitatori potranno percorrere per la prima volta il Labirinto Borges sull'Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. Un incredibile dedalo vegetale in ricordo del celebre scrittore da cui trae il nome.Sotto i riflettori nelle ultime settimane per l'avvio della Biennale di Architettura e per l'annuncio di titolo e temi della 59. Esposizione Internazionale d’Arte nel 2022, Venezia non smette di far parlare di sé. Da oggi, venerdì 11 giugno, infatti, apre al pubblico uno dei tesori "nascosti" della città lagunare, il Labirinto Borges, sull'Isola di San Giorgio Maggiore.Realizzato dalla Fondazione Giorgio Cini nel 2011 a partire dal progetto dell’architettoRandoll Coate e per volere della vedova Borges, Maria Kodama, il Labirinto è un omaggio al famosissimo scrittore e al suo legame con Venezia. L'incredibile dedalo vegetale, infatti, trae spunto dal racconto di Jorge Luis Borges intitolato Il giardino dei sentieri che sibiforcano ed è formato da più di 3200 piante di bosso alte novanta centimetri.<h2>IL LABIRINTO BORGES A VENEZIA</h2>Situato nel cuore della Fondazione Giorgio Cini, il Labirinto ‒ che si estende per un chilometro ‒ torna alla ribalta a 10 anni dal suo debutto, a 35 dalla morte di Borges e a 70 dalla nascita della Fondazione. Per celebrare queste importanti ricorrenze il Labirinto accoglie per la prima volta il pubblico, invitato a percorrerlo nella sua interezza e a scoprire i tanti simboli che rimandano all'immaginario di Borges e che fin a oggi erano visibili soltanto dall'alto ‒ uno su tutti le siepi disposte a comporre il nome Borges.Ad accompagnare i visitatori saranno le musiche di Antonio Fresa, autore di Walking The Labyrinth, la suite di oltre 15 minuti che, grazie alle audioguide multilingue, renderà la passeggiata ancora più emozionante. Incisa al Teatro Malibran di Venezia, la suite conta sul fondamentale apporto dell'Orchestra del Teatro La Fenice, che ha affiancato Fresa al pianoforte e alle tastiere e Ninon Valder, bandoneónista francese. Come chiarito da Fresa, "'Walking the Labyrinth è una suite in quattro movimenti che racconta la metafora dell’esistenza che scorre al contrario, vissuta attraverso l’evaporazione, la solidità, il caos e l’origine della vita'". Per ulteriori informazioni e per prenotare la visita al Labirinto consigliamo di consultare il <a href="https://www.visitcini.com/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">sito</a> della Fondazione Giorgio Cini.<h2>LE IMMAGINI DEL LABIRINTO BORGES</h2>[Immagine in apertura: Labirinto Borges. Photo Matteo De Fina, Courtesy of Fondazione Cini]

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Venezia apre al pubblico uno straordinario labirinto

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Panini Comics porta in libreria un volume illustrato che mostra cos'hanno fatto i grandi personaggi Marvel durante il lockdown. Una serie di divertenti tavole a colori per ripercorrere gli hobby e le attività domestiche che hanno segnato la loro (e la nostra) pandemia.E se anche i supereroi del fumetto avessero trascorso i mesi di lockdown chiusi nelle loro abitazioni? D'altronde l'emergenza sanitaria che affligge il mondo ormai da un anno e mezzo non ha lasciato indifferenti nessuno, neanche i mitici personaggi in mantello e calzamaglia. Lo sanno bene i disegnatori dello studio Gurihiru e lo scrittore Zeb Wells, che hanno unito le forze per dare vita a un nuovo volume dal titolo Eroi a casa.<h2>SUPEREROI IN LOCKDOWN</h2>Edito da Panini Comics, il libro presenta una selezione di tavole dedicate alle “vite segrete” di alcuni dei più grandi protagonisti delle storie Marvel: da Spider-Man a Hulk, da Capitan America a Venom e Thor.Ognuno di essi, con il classico costume che lo contraddistingue, è raffigurato alle prese con videochiamate e (dis)avventure domestiche di ogni tipo: c'è chi si diletta in cucina sperimentando nuove ricette, e chi è costretto a rifarsi il look da solo per non soccombere alla chiusura dei parrucchieri. D'altronde starsene rintanati in casa non è facile per nessuno, neppure per i supereroi!<h2>ALCUNE TAVOLE TRATTE DAL LIBRO</h2>[Immagine in apertura: courtesy Panini Comics]

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Cos’hanno fatto gli eroi del fumetto durante il lockdown?

A cinque anni dalla scomparsa, la visionaria architetta e designer Zaha Hadid viene celebrata con una grande retrospettiva a Shanghai. Una mostra che ripercorre quattro decenni di carriera, soffermandosi sui massimi risultati raggiunti dalla progettista nel Paese asiatico.Prematuramente scomparsa il 31 marzo del 2016, Zaha Hadid è stata la prima donna a ricevere, in “formazione individuale”, il Pritzker Prize – il più importante riconoscimento assegnato a livello globale in ambito architettonico. Un traguardo accompagnato, nel corso dei quattro decenni di carriera, da ulteriori premi e progetti celebrati a livello globale, per quella che è ancora oggi ritenuta una delle personalità più influenti al mondo, e non soltanto in ambito creativo.La nuova rassegna in calendario al MAM – Museum of Contemporary Art di Shanghai vuole ribadire lo straordinario ruolo della progettista irachena, raccontando – per la prima volta in Cina – l'avventura di questa figura simbolo dell'architettura moderna.<h2>UNA RETROSPETTIVA PER ZAHA HADID</h2>ZHA Close-Up – questo il titolo della rassegna – avrà luogo negli spazi dell'istituzione cinese a partire dal 26 giugno, quando saranno rivelati al pubblico decine di oggetti e progetti realizzati dalla visionaria architetta dal 1982 a oggi. Sono in totale quaranta gli anni presi in esame, un lasso di tempo nel quale Hadid è riuscita a regalare al mondo alcuni degli edifici più iconici dell'età contemporanea: dal MAXXI di Roma (ultimato nel 2010) al grattacielo Leeza SOHO di Pechino (risalente al 2019).Ricca di opere e testimonianze provenienti dalle collezioni dello studio Zaha Hadid Architects, fondato nel 1979, la mostra (visitabile fino al 29 agosto) si sofferma in particolare sulle relazioni tra la produzione della progettista e il contesto cinese, ripercorrendo le tappe cronologiche e gli esempi più meritevoli sul tema: dalla prima visita al Paese asiatico avvenuta nel 1987 alla costruzione di capolavori come la Guangzhou Opera House di Canton o il Daxing International Airport di Pechino.<h2>ALCUNI PROGETTI DI ZAHA HADID</h2>[Immagine in apertura: Heydar Aliyev Center, Baku, Azerbaijan 2007-2012. Photograph by ©Hufton+Crow, Courtesy of Zaha Hadid Architects]

CECEP Shanghai Campus Shanghai, China 2020. Render by negativ.com, Courtesy of Zaha Hadid Architects

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Plex Vessel, 2020. Courtesy of Zaha Hadid Design

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Tower C at Shenzhen Bay, Super Headquarters Base Shenzhen, China 2020-2027. Render by Brick Visual. Courtesy of Zaha Hadid Architects

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Zaha Hadid - Form in Motion, Philadelphia Museum of Art, 2011-2012. Photograph by Paul Warchol. Courtesy of Zaha Hadid Design

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La grande architettura di Zaha Hadid protagonista a Shanghai

Trame di luce -  installazione luminosa. Copyright Camilla Zetta Photographer

L'Orto Botanico di Roma celebra il Natale con "Trame di Luce", un percorso di 22 installazioni luminose sostenibili visitabile dal 30 novembre 2024 al 6 gennaio 2025. L’evento, curato da Silvia Dorigo, trasforma i visitatori in co-protagonisti di un’esperienza immersiva tra arte, natura e interattività.

Un festival di light art illumina il Natale di Roma

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Il concorso “Kinder Space” invita i creativi a progettare asili nido innovativi, sostenibili e a misura di bambino, capaci di stimolare la creatività e una crescita sana. Aperto a tutti, senza requisiti professionali, il bando premia con 5mila euro i progetti più efficaci e originali. Per partecipare c’è tempo fino al 16 giugno 2025.

Il concorso che invita a progettare spazi per stimolare la fantasia dei bambini

ATM Manifesto. ADI Design Museum

Affondando le sue radici nella prima metà del Novecento, la storia dell’Azienda di Trasporti Milanesi (ATM) corrisponde a quella della città stessa, della sua comunità e dell’evoluzione dei suoi spazi urbani. Per questo la mostra "ATM MANIFESTO", allestita all’<a href="https://arte.sky.it/news/mostra-bicicletta-adi-design-museum-milano" target="_blank">ADI Design Museum di Milano</a>, è un vero e proprio viaggio nel tempo, scandito dalle campagne di comunicazione “vintage” dell’ATM che forniscono allo spettatore uno sguardo sull’evoluzione della società milanese, a partire dalla quotidianità dei cittadini fino alle espressioni artistiche dei grandi creativi del secolo scorso che hanno collaborato con l'azienda.Curata da Matteo Pirola e visitabile fino al 12 gennaio 2025, la rassegna presenta un'ampia varietà di documenti e materiali esclusivi che testimoniano momenti iconici della storia della mobilità cittadina, fra cui il celebre tram Carrelli (conosciuto in tutto il mondo ed entrato proprio quest’anno nella collezione permanente del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano) e le immagini dell'inaugurazione della prima metropolitana, la linea M1, negli anni Sessanta.L'ADI Design Museum è esso stesso un simbolo di storia tranviaria: situato in un'area che era un tempo dedicata al deposito di tram a cavallo e poi all’approvvigionamento elettrico per i tram, il museo sorge infatti in un distretto storico della mobilità milanese. Non a caso, la piazza di accesso all'edificio – la piazza Compasso d’Oro – è così denominata in onore del prestigioso premio di design che la linea M1 si aggiudicò nel 1964.In mostra troviamo una vasta collezione – arricchita anche dal contributo di diversi archivi esterni che hanno fornito il loro prezioso materiale, come ad esempio la Fondazione Franco Albini e Bob Noorda / Noorda Design – accuratamente recuperata per essere condivisa con il pubblico, svelando storie e simboli che hanno modellato la mobilità milanese.Suddiviso in sezioni tematiche, il percorso espositivo esplora prima le campagne di sensibilizzazione sociale dell'ATM, per poi passare in rassegna le collaborazioni artistiche con i grandi creativi del Novecento, come <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-bruno-munari-verona" target="_blank">Bruno Munari</a>, Emilio Tadini, Chin Hsiao, <a href="https://arte.sky.it/news/enrico-baj-mostre-milano-savona-albissola" target="_blank">Enrico Baj </a>e <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/10/mimmo-rotella-mostra-catanzaro" target="_blank">Mimmo Rotella</a>. Un altro capitolo promuove la mobilità alternativa attraverso iniziative come BikeMi, il servizio di "bike sharing" milanese, mentre un’ulteriore sezione si concentra sulle attività a favore della comunità cittadina. E poi ancora la genesi e gli sviluppi del logo ATM, un approfondimento su Attilio, mascotte e prototipo del tranviere milanese, e un’ampia area dedicata al sessantesimo compleanno della M1. Oltre ai manifesti storici, inoltre, "ATM MANIFESTO" espone una collezione di biglietti, materiali promozionali, documentazione tecnica, e un imponente fondo fotografico di notevole interesse storico.

ATM MANIFESTO. ADI Design Museum

Un festival di light art illumina il Natale di Roma

Il concorso che invita a progettare spazi per stimolare la fantasia dei bambini

Un viaggio tra innovazione e design con Mazda

La storia dei trasporti e della città di Milano in mostra all'ADI Design Museum

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