Oliviero Toscani. 80 anni da situazionista

sulla mostra

Con l’esposizione di oltre 100 fotografie, la mostra Oliviero Toscani. 80 anni da situazionista vuole raccontare e onorare la carriera del grande fotografo italiano noto in tutto il mondo. La retrospettiva, curata da Nicolas Ballario e prodotta da Arthemisia, prevede anche la proiezione di tre testimonianze video: l’opera WART; uno speciale della serie Fotografi di Sky Arte e il progetto Nudi Come, realizzato per celebrare le differenze tra le persone.


GLI SCATTI DI OLIVIERO TOSCANI


Figlio di Fedele Toscani, tra i primi fotoreporter del Corriere della Sera, e cognato di Aldo Ballo, affermato fotografo milanese di design, Oliviero Toscani studia arte e composizione nella prestigiosa Kunstgewerbeschule di Zurigo che aveva Johannes Itten come preside e nella quale comincia a porre le basi per la sua carriera internazionale. Le sue prime sperimentazioni giovanili con la fotografia sono testimoniate dai suggestivi scatti, realizzati a solo 21 anni, nella scuola di Barbiana a Don Lorenzo Milani. Ma quella è anche l’epoca di eventi eccezionali, come il concerto dei Beatles al Velodromo Vigorelli di Milano, immortalato da Toscani. Risalgono, invece, agli anni Settanta, periodo in cui Toscani viveva a New York, la serie di ritratti dedicati ai grandi nomi della scena musicale e underground come Mick Jagger, Joe Cocker, Alice Cooper, Lou Reed e Patti Smith. In mostra anche gli esiti delle collaborazioni del fotografo con le più importanti case di moda come Missoni, Valentino, Armani, Chanel, Fiorucci, e con le più famose riviste, quali Vogue, Harper’s Bazaar, GQ, Elle.


OLIVIERO TOSCANI E IL MONDO DELLA PUBBLICITÀ


Il primo grande scandalo che lo vede protagonista risale al 1973, quando per il marchio italiano di jeans Jesus realizza un manifesto pubblicitario accompagnato dallo slogan “Chi mi ama, mi segua” inquadrando in primissimo piano il fondoschiena della modella Donna Jordan. La vicenda viene commentata addirittura da Pier Paolo Pasolini, il quale dalle pagine del Corriere della Sera attacca i facili moralismi che avevano spinto a criticare il fotografo, da lui considerato invece un ottimo comunicatore. Ma l’incontro che gli ha cambiato la vita è sicuramente quello del 1982 con il marchio “United Colors of Benetton”, che gli ha permesso di creare le più celebri e criticate campagne pubblicitarie che il mondo della comunicazione ricordi. In mostra è possibile dunque ammirare tutti gli iconici e contestati manifesti realizzati dal fotografo come Bacio tra prete e suora del 1992, i Tre Cuori White/Black/Yellow del 1996 ideati contro il razzismo, e il drammatico No Anorexia del 2000, realizzato per il brand Nolita, che affronta la diffusa problematica dei disturbi alimentari nel settore della moda.

[Immagine in aperturaOliviero Toscani, United Colors of Benetton, 1996 © olivierotoscani]

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