Recycling Beauty

sulla mostra

La mostra Recycling Beauty, curata da Salvatore Settis e Anna Anguissola con Denise La Monica alla Fondazione Prada di Milano, presenta un progetto espositivo ideato da Rem Koolhaas/OMA con Giulio Margheri, e si snoda lungo gli ambienti del Podium e della Cisterna. I plinti in acrilico su cui sono esposte le opere del Podio sono essi stessi frutto di un riciclo, dato che furono utilizzati per la prima volta durante l'esposizione Serial Classic del 2015, sempre curata da Salvatore Settis. L'ambiente del Podium consente una contemplazione complessiva dei capolavori in esposizione, diverso è invece l'approccio alle opere nello spazio della Cisterna, che invita alla scoperta graduale dell'opera d'arte, da fruire attraverso prospettive diverse.


L'ALLESTIMENTO DELLA MOSTRA ALLA FONDAZIONE PRADA


La rassegna prende in esame il tema del riuso di materiali antichi in un contesto diverso da quello originario, sottolineando l’aspetto trasformativo dei processi artistici. Le oltre sessanta opere in mostra arrivano da musei italiani e internazionali come il Louvre di Parigi, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, i Musei Capitolini, i Musei Vaticani e Galleria Borghese di Roma, le Gallerie degli Uffizi di Firenze e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.


IL PERCORSO ESPOSITIVO


Vari sono i gruppi tematici che legano le opere in mostra: particolarmente interessante è un insieme di opere che testimonia come all'indomani della caduta dell'Impero romano d'Occidente i frammenti della grande scultura classica venissero utilizzati e reinterpretati alla luce del mutato paradigma, come risulta evidente dalla statua colossale di Costantino del IV secolo d.C. Un altro gruppo tematico è dedicato all'analisi dei frammenti scultorei impiegati come elementi architettonici, un riutilizzo particolarmente invasivo che in qualche modo ne ha garantito la sopravvivenza: esempio di ciò è il cratere dionisiaco in marmo del I secolo a.C. dello scultore ateniese Salpion utilizzato come fonte battesimale nella Cattedrale di Gaeta. Altre opere sono state selezionate in quanto testimonianza di una chiara ricontestualizzazione, come nel caso del gruppo scultoreo ellenistico del Leone che azzanna il cavallo: quando venne collocato sul Campidoglio nel Medioevo, diventò un simbolo del buon governo. Alcuni rilievi funerari venivano inclusi nelle facciate degli edifici successivi, come nel caso del rilievo funerario esposto sulla facciata della Casa Santacroce a Roma o delle Sette teste maschili sulla facciata di Palazzo Trinci a Foligno. Altre opere, come ad esempio la Testa di cavallo realizzata da Donatello a metà Quattrocento per l’arco di Castelnuovo a Napoli, fino a pochi anni fa erano erroneamente ritenute antiche, mentre altre ancora come la Tazza Farnese (II-I secolo a.C.), sono giunte miracolosamente intatte fino ai nostri tempi.

[Immagine in apertura: Recycling Beauty, exhibition view at Fondazione Prada, Milano. Foto Roberto Marossi. Courtesy Fondazione Prada. In primo piano: Pavone. Età adrianea (130-140 d.C.). Città del Vaticano, Musei Vaticani, Braccio Nuovo]

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