
Qual è stata l'influenza dalla cultura etrusca sugli artisti italiani del Novecento?
Arte
07 aprile 2025

Qual è stata l'influenza dalla cultura etrusca sugli artisti italiani del Novecento?
Arte
07 aprile 2025
Un ambizioso progetto espositivo diffuso tra la Fondazione Luigi Rovati e altre istituzioni del territorio di Milano indaga la profonda influenza della civiltà etrusca sull’arte prodotta in Italia nel corso del XX secolo. Una mostra suggestiva, che raffronta preziosi reperti archeologici con capolavori dell’arte contemporanea, di artisti e designer come Gio Ponti, Leoncillo Leonardi e Alighiero Boetti.
Ha inaugurato lo scorso 2 aprile la mostra Etruschi del Novecento, organizzata dalla Fondazione Luigi Rovati di Milano in collaborazione con il Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Allestita negli spazi che accolgono la collezione permanente dell’istituzione meneghina, la retrospettiva rappresenta la seconda tappa di un percorso avviato nei mesi scorsi nel museo trentino, e si propone di indagare l’impatto decisivo della cultura etrusca sugli artisti italiani del Novecento.
A tale fine, l'esposizione presenta fino al 3 agosto una selezione di opere iconiche del recente passato, esposte accanto a preziosi reperti archeologici d’epoca etrusca, evidenziando attraverso questo confronto il largo interesse per l'estetica della civiltà del centro Italia maturato nel corso del Novecento. Si tratta di un progetto diffuso e di ampio respiro che, oltre alla sede principale di Corso Venezia, coinvolge sempre a Milano anche Villa Necchi Campiglio e il Museo del Novecento. In questi spazi si trovano infatti L’amante morta e Popolo, due opere di Arturo Martini e Marino Marini che per questioni conservative non possono essere movimentate dalla loro sede originale, pur essendo intimamente legate al concept espositivo della mostra.
IN CORSO A MILANO UNA RETROSPETTIVA SULLA “FEBBRE ETRUSCA” DEL ‘900
Attraverso un percorso di visita ideato per documentare le molteplici sfaccettature dell’ispirazione etrusca sugli artisti contemporanei, la mostra milanese raccoglie i lavori iconici di alcuni tra i maggiori esponenti del Novecento italiano. La prima opera ad accogliere i visitatori è il Leone urlante, imponente bronzo di Mirko Basaldella che simboleggia perfettamente il legame tra l'arte etrusca e le sperimentazioni dello scultore friulano.
Nelle successive sezioni sono presentate quindi le moderne reinterpretazioni di alcuni dei manufatti più celebri dell’antica civiltà centro-italica. Si passa dalle porcellane e dagli ori realizzati negli anni Venti di Gio Ponti in omaggio ai vasi askoi, alla Passeggiata archeologica, recipiente in ceramica realizzato dal designer milanese e Libero Andreotti, qui messo a diretto confronto con una cista etrusca in bronzo proveniente dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Non manca un raffronto tra la posa reclinata di opere come il celeberrimo Sarcofago degli Sposi e le figure scolpite da Leoncillo Leonardi. Di notevole interesse è anche la sezione dedicata alla Fortuna degli Etruschi, dove sono raccolti rari volumi d’arte, opere grafiche e manifesti ispirati da quella “febbre etrusca” che ha percorso “tutto il Novecento”, come evidenziato dal presidente del Mart, Vittorio Sgarbi.
DA GIO PONTI A BOETTI, LE OPERE IN MOSTRA ALLA FONDAZIONE ROVATI
La mostra si chiude idealmente con due serie di opere realizzate verso la fine del Novecento da due grandi artisti italiani: Paolo Gioli e Alighiero Boetti. Il primo dedicò nel 1984 uno speciale servizio fotografico ai volti etruschi raffigurati sulle urne cinerarie: nacque così la serie Etruschi, grazie a cui l’artista veneto attualizzò le antiche sculture di marmo con il colore tipico della stampa di foto istantanee. Negli stessi anni, Boetti realizzò le sue Copertine, ridisegnando la geografia dei principali avvenimenti storici dell’epoca attraverso le prime pagine delle riviste: una sequenza aperta proprio dalla copertina di un settimanale, dedicata all’opera editoriale intitolata Progetto Etruschi.
In stretta connessione con l’evento espositivo diffuso, la Sala Convegni della Fondazione Rovati ospiterà dal 14 al 15 giugno Cinetrusco, la prima rassegna cinematografica dedicata all’esplorazione del lascito dell’antica civiltà italica, riletto attraverso la lente del cinema d'autore. La kermesse, curata da Maurizio Harari, mira a evidenziare da una diversa prospettiva la modernità dell’ispirazione offerta dalla cultura etrusca su quella contemporanea.
[Immagine in apertura: ph. Portanome per Fondazione Luigi Rovati]
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