
A Pompei spuntano le monumentali sculture di un uomo e una donna
Altro
02 aprile 2025

A Pompei spuntano le monumentali sculture di un uomo e una donna
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02 aprile 2025
L’eccezionale ritrovamento di un rilievo funebre nell’area della necropoli di Porta Sarno, all’esterno della cinta muraria di Pompei, rappresenta un’importante testimonianza del periodo tardo repubblicano. Il gruppo scultoreo, attualmente in fase di restauro, potrà essere ammirato da tutti i visitatori nel corso della mostra "Essere donna nell'antica Pompei" in programma dal 16 aprile.
Un uomo e una donna, forse due sposi, di dimensioni quasi reali e scolpiti in alto rilievo: è questa l’ultima straordinaria scoperta effettuata dagli archeologi nel corso di una recente campagna di scavi nella necropoli di Porta Sarno, appena fuori Pompei. Si tratta di un’area esterna alle mura dell’antica città romana, già al centro di numerose indagini negli anni Novanta, quando era stata confermata la presenza di oltre cinquanta sepolture a cremazione.
Il nuovo importante ritrovamento rappresenta il risultato fin qui più significativo del progetto Investigating the Archaeology of Death in Pompeii, un programma di ricerca sull’archeologia funeraria pompeiana coordinato dal professor Llorenç Alapont dell’Università di Valencia, in collaborazione con il Parco archeologico di Pompei.
Il lavoro condotto dal team negli ultimi otto mesi ha portato alla luce una tomba monumentale suddivisa in nicchie, sormontate proprio da queste sculture: un ritrovamento che promette di offrire una preziosa testimonianza sui riti funerari e sull'arte scultorea dell'antica città distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C..
IL GRUPPO SCULTOREO SCOPERTO NELLA NECROPOLI ALLE PORTE DI POMPEI
Le analisi del rilievo funebre stanno già facendo emergere numerosi dettagli di grande interesse sulla possibile datazione dell’opera e sull’identità dei soggetti raffigurati. A stupire da subito gli archeologi sono stati infatti i simboli che ornano gli accessori della figura femminile, che lascerebbero ipotizzare una sua identificazione come sacerdotessa di Cerere, la dea romana dei campi, della fertilità e del raccolto. Altri indizi di notevole rilievo provengono dalla qualità dell’opera di intaglio e dalle caratteristiche arcaiche delle sculture, due elementi che spostano la datazione verso il periodo tardo repubblicano, compreso tra il II secolo e l’anno 30 a.C..
Tutte queste caratteristiche iconografiche e stilistiche, insieme a ulteriori dettagli che potrebbero emergere durante il restauro delle opere, costituiranno una base essenziale per consentire agli archeologi di ricostruire i diversi contesti storici, artistici, religiosi e sociali in cui la scultura è stata realizzata. La nuova campagna di scavi rappresenta dunque “un’occasione preziosa per ampliare le ricerche e le attività di valorizzazione nell’area fuori le mura di Pompei”, come ha avuto modo di sottolineare il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel, che ha anche evidenziato l’importanza di “un progetto multidisciplinare che ha visto nelle varie fasi il coinvolgimento di diverse professionalità tra i quali archeologi, architetti, restauratori, antropologi”.
UNA MOSTRA SUL RUOLO DELLE DONNE A POMPEI
Al termine dell’operazione di scavo, le sculture ad alto rilievo sono state trasferite all’interno della Palestra Grande degli scavi di Pompei, dove sono attualmente oggetto di una delicata procedura di restauro. L’intero processo conservativo potrà essere eccezionalmente ammirato dal pubblico: il rilievo funebre sarà infatti uno dei principali reperti esposti nel corso della mostra Essere donna nell'antica Pompei, che inaugurerà il prossimo 16 aprile.
Oltre a offrire ai visitatori l’opportunità di osservare dal vivo le elaborate tecniche adottate dai restauratori al lavoro, la nuova esposizione si preannuncia come un evento significativo per approfondire la conoscenza della condizione femminile nell’Antica Roma, anche in virtù dell’importanza attribuita dagli studiosi alla figura femminile del gruppo scultoreo recentemente scoperto.
[Immagine in apertura: foto Alfio Giannotti]
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