Dal prossimo 10 giugno il Centre Pompidou di Metz ospiterà la mostra che approfondisce il legame tra il mondo dell'arte e quello dei videogame.

Altro che semplice passatempo: il linguaggio dei videogame, che permette di dare forma a mondi alternativi, è sempre più vicino all’arte. Dal prossimo 10 giugno al 15 gennaio 2024, il Centre Pompidou di Metz ospiterà la mostra WORLDBUILDING: Gaming and Art in the Digital Age, interamente dedicata ai videogiochi e alle esperienze multisensoriali offerte dagli ambienti digitali immersivi. Curata da Hans Ulrich Obrist, la rassegna prenderà forma nello spazio espositivo concepito dall’architetto giapponese Shigeru Ban e vedrà protagoniste le opere d'arte digitale di alcuni autori contemporanei.LE INSTALLAZIONI VIDEOLUDICHE IN MOSTRA A PARIGI I visitatori potranno giocare con i videogiochi comodamente seduti su divani e poltrone, passeggiare in ambienti digitali immersivi, osservare la proiezione di video animati 3D e vivere emozionanti incontri con personaggi virtuali. WORLDBUILDING include le opere realizzate da alcuni artisti internazionali modificando videogame esistenti, creandone di nuovi oppure ispirandosi alla loro estetica e ai loro meccanismi . Un esempio? Rebecca Allen, pioniera dell’arte digitale che nel suo The Soul Bush #3 si rifà a una credenza dell’Africa occidentale secondo la quale una persona possiede più anime: nella sua creazione, l'artista permette al giocatore di vestire i panni dell'“anima della savana” esplorando un ambiente virtuale all’interno di un mondo popolato da forme artificiali dotate di vita propria.LE ALTRE OPERE AL CENTRE POMPIDOU-METZ Tra le altre opere spiccano l'intervento di Neil Beloufa, che ha trasformato una sua profetica mini serie realizzata in tempi pre pandemici in un gioco interattivo online, o ancora She Puppet della videoartista Peggy Ahwesh che ha ripreso se stessa durante le sessioni di gioco con Tomb Raider. Senza dimenticare May the moon meet us apart, may the sun meet us together di Rindon Johnson, ispirato all'intelligenza del polpo: le creature immaginarie dell'artista, chiamate "Bist", sono in grado di assorbire la plastica sparsa nell'oceano consentendo agli altri esseri viventi di sopravvivere. I videogiochi sono diventati “il più grande fenomeno di massa del nostro tempo”, ha spiegato Hans Ulrich Obrist. “Sono per il ventunesimo secolo ciò che i film sono stati nel ventesimo secolo e i romanzi nel diciannovesimo secolo”.[Immagine in apertura: LaTurbo Avedon, Permanent Sunset, 2020-présent. Vidéo, couleur, sonore, 6‘13”. Copyright : © Courtesy the artist]
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