Si alza il sipario sull'attesa mostra che Palazzo Bonaparte dedica all'epopea artistica di uno dei pittori più celebri di sempre. Dall'8 ottobre al 26 marzo 2023, Roma accoglierà ben cinquanta capolavori di Vincent van Gogh in prestito dal Kröller Müller Museum di Otterlo.

Non ha bisogno di presentazioni Vincent van Gogh, complice la fama che accompagna la sua memoria e la sua eredità artistica, capovolgendo il destino tormentato alla base della sua intera esistenza. Sono note, infatti, le inquietudini e le fragilità che attraversarono la vita del pittore nato in Olanda nel 1853: dai lunghi ricoveri nell'ospedale psichiatrico di Saint Paul in Provenza al famoso episodio del taglio dell'orecchio fino alla tragica morte a soli 37 anni. Eppure il nome di Van Gogh è collegato anche allo straordinario talento nella modulazione di colori e linee visibile nei capolavori pittorici che tutti ammiriamo.LA MOSTRA SU VAN GOGH A ROMA Colori vivaci e densi, capaci di tradurre la quotidianità in dipinti dall'impatto eccezionale, nei quali l'istante e le atmosfere si cristallizzano in una dimensione senza tempo e dunque perennemente attuale. Ne sono prova le cinquanta opere in arrivo al Palazzo Bonaparte di Roma, sede della mostra che, dall'8 ottobre al 26 marzo prossimi, ripercorrerà la parabola umana e creativa di Van Gogh. Curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti e prodotta da Arthemisia, la rassegna è frutto della collaborazione con il Kröller Müller Museum di Otterlo, custode di una delle più dense raccolte intitolate al lavoro di Van Gogh. Le cinquanta opere prestate dal museo dei Paesi Bassi detteranno il ritmo di un itinerario cronologico dal quale emergeranno i capitoli chiave dell'esistenza artistica e umana di Van Gogh, raccontata anche dai luoghi in cui il pittore visse e che ne influenzarono lo stile. Dagli esordi olandesi agli anni parigini, dal soggiorno ad Arles fino alle fasi conclusive sullo sfondo di Saint Rémy e Auvers-Sur-Oise, dove Van Gogh morì, le geografie dell'artista si sovrappongono alla sua poetica dando forma a opere di grande intensità.IL COLORE SECONDO VAN GOGH Fu durante il periodo parigino che Van Gogh approfondì la ricerca sul colore, guardando all'esempio impressionista, e ampliò la gamma dei suoi soggetti, volgendo l'attenzione alla fisionomia umana. Appartiene a questa fase l'Autoritratto del 1887, presente in mostra ed emblema della complessità psicologica di cui era dotato l'artista, che tratteggia se stesso con rapide pennellate di colore accostate l'una all'altra, evocando un'idea di fierezza non comune negli autoritratti di Van Gogh. Anche le atmosfere del Sud della Francia, conosciute dal pittore a partire dal 1887, traspaiono da opere come Il seminatore, realizzato ad Arles nel giugno 1888, declinandosi via via in cromatismi più cupi e in linee tumultuose, di pari passo con le vicissitudini emotive di Van Gogh. Il giardino dell’ospedale a Saint-Rémy (1889) lascia spazio al Burrone (1889) e infine al Vecchio disperato (1890), simbolo della sofferenza che attanagliava il suo autore. [Immagine in apertura: Vincent van Gogh, Il seminatore, giugno 1888. Olio su tela, 64,2x80,3 cm © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands]
PUBBLICITÀ