Nel corso della sua visita al Padiglione dell'Egitto a Expo Dubai, il segretario generale del Consiglio supremo delle antichità in Egitto, Mostafa Waziri, ha indicato la seconda metà del 2022 per l'apertura dell'atteso Grand Egyptian Museum di Giza, destinato a diventare il più grande museo al mondo dedicato all'affascinante civiltà egizia.

Il 2022 sarà, finalmente, l'anno dell'apertura dell'attesissimo GEM – Grand Egyptian Museum di Giza? Sembrerebbe proprio di sì. Dopo essere di nuovo slittata, nell’arco del 2021, l'inaugurazione di quello che diventerà il più grande museo al mondo dedicato alla civiltà egizia è prevista per la seconda metà del 2022. L'annuncio è stato dato da Mostafa Waziri, segretario generale del Consiglio supremo delle antichità in Egitto, in occasione della sua recente visita al Padiglione nazionale con cui l'Egitto sta prendendo parte all'Expo di Dubai. Rilanciata anche dai media nazionali, la notizia è stata accompagnata da ulteriori dichiarazioni, che consentono di fare il punto sullo stato di avanzamento del museo progettato dallo studio di architettura irlandese Heneghan Peng Architects. IL PIÙ GRANDE MUSEO EGIZIO DEL MONDO Costruito in un sito già di per sé eccezionale, ovvero ai margini delle piramidi di Giza, GEM è stato concepito per diventare un complesso culturale senza precedenti sul fronte dell'egittologia. A livello di spazi espositivi supererà il primato attualmente detenuto dal Museo Egizio di Torino: disporrà di una superficie espositiva permanente pari a quasi 4 campi da calcio messi insieme, come precisato dal team di Heneghan Peng Architects. Sarà inoltre dotato di una struttura museale dedicata ai bambini, di ambienti per conferenze, attività formative ed educative, senza dimenticare il grande centro di conservazione e i giardini circostanti. Al suo interno, fra i capolavori esposti, spicca per prestigio la collezione di Tutankhamon, attualmente ospitata al Museo Egizio del Cairo. Secondo Mostafa Waziri i lavori sono stati ultimati; l'attenzione, dunque, si concentra sull'allestimento dell'inestimabile patrimonio della nuova istituzione, che tuttavia rappresenterebbe una percentuale ridotta dei reperti che gli archeologi ritengono essere ancora presenti in Egitto. Ragione per la quale in varie aree del Paese sono attualmente attive molteplici missioni archeologiche, come indicato dallo stesso Waziri.LE ULTIME RIVELAZIONI SULL'ANTICO EGITTO Nonostante i ritardi registrati nell'apertura del Grand Egyptian Museum, legati anche alla pandemia, l'attenzione mediatica sull'Antico Egitto sembra essersi intensificata negli ultimi anni. Merito sia di progetti inediti, come la recente mostra di arte contemporanea fra le piramidi Forever is Now, sia di una serie di fortunate scoperte. In particolare ad attirare l'interesse di specialisti e appassionati di civiltà antiche è il sito di Saqqara. Da qui provengono anche alcune misteriose mummie, risalenti a duemila anni fa e dotate di una lingua d'oro perfettamente conservata. Negli ultimi giorni del 2021, infine, sulla rivista scientifica Frontiers in Medicine, è stato pubblicato lo studio condotto sulla mummia del faraone Amenhotep I. Riportata alla luce nel 1881, è stata analizzata con una tecnica digitale "non invasiva". Pur non avendo fatto ancora chiarezza sulla ragioni della morte del sovrano, scomparso a 35 anni, l'indagine ha permesso di chiarire molto aspetti del suo aspetto fisico, della tecnica di mummificazione impiegata, nonché della sua travagliata "esistenza post mortem". Amenhotep I venne infatti sepolto per due volte, a distanza di quattro secoli una dell'altra; la sua tomba fu profanata dai ladri, in cerca di gioielli, come dimostrano le fratture rinvenute in più parti, testa inclusa. [Immagine in apertura: Photo by Andrés Dallimonti on Unsplash]
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