Bruno Munari. La leggerezza dell’arte

sulla mostra

Designer, grafico, scrittore, insegnante: Bruno Munari è uno degli artisti italiani più poliedrici del Novecento. A 25 anni dalla sua scomparsa, Eataly Art House – E.ART.H. di Verona presenta Bruno Munari. La leggerezza dell’arte. A cura di Alberto Salvadori e Luca Zaffarano, la mostra si inserisce nel contesto della fiera Art Verona, e resta visitabile fino al 31 marzo 2024. Realizzata in collaborazione con la Repetto Gallery di Lugano, la rassegna ripercorre la produzione artistica di Munari, fornendo le coordinate di una carriera vocata all’instancabile sperimentazione e alla creatività più pura.

BRUNO MUNARI IN MOSTRA A VERONA

Una poetica fatta di forme giocose, ambiguità e spensieratezza: quella di Munari è un’arte che si rivolge a tutti, grandi e bambini, combinando sapienza tecnica e leggerezza. Il progetto espositivo di Verona mette in luce proprio la potenza comunicativa di quest’arte gioiosa attraverso un percorso suddiviso in sezioni tematiche: si parte dalla ricerca dell’equilibrio (ereditato dal dadaismo) tra regola e caso; proseguendo con l’ambiguità di forme e colori. Sul versante del design, si approda quindi all’ideazione di una forma scultorea accessibile, tascabile ed economica, ma anche alla produzione di oggetti artistici con una funzionalità estetica. Infine si affronta la sperimentazione nel settore dell’editoria e della grafica. Protagonista, in gran parte dell’esposizione, è la luce: una sala raccoglie infatti le opere in cui questo elemento svolge un ruolo centrale, come nei casi dei giochi di ombre delle Macchine Inutili o della rete metallica di Concavo-Convesso, solo per citarne alcune.

L’ARTE INESAURIBILE E GIOCOSA DI BRUNO MUNARI

Nato nel 1907 a Milano, Bruno Munari si impone sul panorama culturale italiano con la sua creatività eclettica, a tratti fanciullesca. Esordisce, a partire dal 1927, al fianco dei futuristi, per poi affermarsi come una delle figure di spicco dell’arte cinetica e programmata: le sue famose Macchine Inutili, sono infatti composizioni “mobili” e fluttuanti di forme astratte. Anche Concavo-convesso, realizzata nel 1947, integra l’elemento del movimento e del tempo, libera di muoversi nello spazio. Già a partire dal 1948 si dedica all’editoria d’artista sperimentale con i Libri Illeggibili, mentre nel 1955 viene definitivamente consacrato nel panorama internazionale con una celebre mostra personale al MoMA di New York.

[Immagine in apertura: Bruno Munari, Scimmietta Zizì, 1952. Courtesy of Fondazione Pirelli]


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