NERO Perugino Burri

sulla mostra

A dividerli è un arco di tempo di cinquecento anni, ma il Perugino e Alberto Burri sono più vicini di quanto si possa pensare (e non solo geograficamente). Esiste infatti un particolare fil rouge che lega i loro linguaggi artistici, così apparentemente lontani: il colore nero. Proprio il "legame cromatico" tra i due maestri umbri è protagonista della mostra NERO Perugino Burri che, allestita a Palazzo Baldeschi a Perugia e visitabile fino al 7 gennaio 2024, oltre a raccontare le opere dei due artisti celebra il cinquecentenario della morte di Perugino, al secolo Pietro Vannucci.

PERUGINO E BURRI PROTAGONISTI A PERUGIA


Curata da Vittoria Garibaldi e Bruno Corà, l'esposizione raccoglie circa venti opere, alcune provenienti dalla Fondazione Alberto Burri, altre da musei del calibro dI Louvre, Uffizi e Galleria Nazionale dell'Umbria. I capolavori esposti illustrano l'influenza esercitata dall'arte rinascimentale e dallo stile di Pietro Vannucci sull'artista tifernate: lo sfondo nero, privato di qualsiasi ambientazione paesaggistica o prospettico-architettonica, è il minimo comune denominatore tra l'arte dei due maestri.


LA NUOVA MOSTRA DI PALAZZO BALDESCHI


Voluta da Fondazione Perugia nell'ambito delle attività promosse per celebrare il cinquecentenario della morte del Perugino, la rassegna, inizialmente, doveva essere dedicata “al solo Pietro Vannucci”, afferma la presidente della Fondazione, Cristina Colaiacovo. Successivamente si è approdati a NERO Perugino Burri grazie alla competenza dei curatori a una mostra originale che rappresenta una vera novità nel panorama espositivo”, prosegue Colaiacovo. Il risultato è un itinerario affascinante alla scoperta dello stile di due influenti personalità della storia dell'arte nella cornice, oggetto di un totale restyling, del piano nobile di Palazzo Baldeschi, nel cuore del capoluogo umbro.

[Immagine in apertura: Alberto Burri, Rosso Plastica, 1962, plastica, acrilico, combustione su cellotex, cm 53,5x79. Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Città di Castello]

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