I paesaggi dinamici, l’attrazione per il volo e per gli aerei, le vedute dall’alto spesso dilatate o addirittura capovolte: al Labirinto della Masone di Fontanellato va in mostra l’Aeropittura futurista.

Dal 9 aprile al 3 luglio 2022 il Labirinto della Masone ‒ a Fontanellato, in provincia di Parma ‒ ospita la mostra DALL’ALTO. Aeropittura futurista. La rassegna, a cura di Massimo Duranti – con la collaborazione di Andrea Baffoni ‒, è dedicata all’interesse e alla fascinazione degli artisti futuristi per il volo, i paesaggi aerei e le visioni dall’alto. L’AEROPITTURA E IL FUTURISMO Attraverso un centinaio di opere di oltre trenta artisti, la mostra vuole approfondire l’Aeropittura come sviluppo del Futurismo e come forma ‒ tutta italiana – di paesaggismo. Riconosciuta con un Manifesto del 1931 a firma di Balla, Depero, Dottori, Benedetta, Fillia, Somenzi e Tato, l’Aeropittura riscuote subito talmente tanto successo e consensi da essere inserita nel 1939, per la III Quadriennale d’Arte Nazionale, in una mostra collettiva intitolata proprio Mostra futurista di aeropittori e aeroscultori. Per l’occasione Filippo Tommaso Marinetti ‒ fondatore della prima avanguardia storica italiana ‒ scrive un’introduzione in cui analizza diffusamente questa tendenza. GLI ARTISTI IN MOSTRA AL LABIRINTO DELLA MASONE La peculiarità della rassegna è quella di mostrare come gli artisti dell’Aeropittura siano riusciti a far evolvere i concetti di velocità e dinamismo non limitandosi più all’osservazione e riproduzione di treni, automobili e motocicli, ma studiando i cieli e le prospettive di volo. Non mancano quindi, tra le opere selezionate, gli aerei sapientemente ritratti da Tullio Crali e da Tato, le aerosculture di Renato Di Bosso, Umberto Peschi e Mino Rosso, le tele con le vedute aeree di Gerardo Dottori, gli interventi dei grandi maestri Giacomo Balla e Fortunato Depero e un corpus di opere firmate da donne futuriste come Benedetta Cappa Marinetti, Leandra Angelucci Cominazzini e Marisa Mori, affascinate a loro volta dal dinamismo dell’epoca moderna, dalle nuove tecnologie e dalle opportunità che queste erano in grado di offrire. [Immagine in apertura: Tullio Crali, Incuneandosi nell’abitato, olio su tela, 1934. Collezione privata]
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