Provocazione e trasgressione sono le due parole chiave della fotografia di Oliviero Toscani, maestro dell'obiettivo che con i suoi scatti ha rivoluzionato il mondo della moda e della comunicazione. Una nuova mostra a Torino ne racconta i successi.

Archiviate le recenti presentazioni a Milano e Bologna, rispettivamente a Palazzo Reale e a Palazzo Albergati, Oliviero Toscani si appresta a portare la sua fotografia irriverente presso la Galleria Mazzoleni, luogo di riferimento dell'arte a Torino. Le ragioni alla base del progetto espositivo, in apertura il prossimo 2 novembre, durante la settimana di Artissima, sono tutte da trovare nel recente anniversario del maestro milanese, giunto quest'anno al traguardo degli ottant'anni. Una ricorrenza importante, celebrata peraltro con l'uscita della nuova autobiografia portata in stampa da La Nave di Teseo. LA FOTOGRAFIA IRRIVERENTE DI OLIVIERO TOSCANI Aperta al pubblico fino al prossimo 14 gennaio, la tappa torinese accoglie ed espande il corpo di opere già proposto nelle due precedenti occasioni. Protagonisti della rassegna – dal titolo Toscani chez Mazzoleni – sono infatti centinaia di scatti realizzati dall'artista nel corso dei sei decenni passati dietro l'obiettivo: immagini divenute iconiche per il loro carattere provocatorio, sempre in bilico tra ironia, estetica pop e critica sociale. Un corposo assaggio della poetica irriverente di Toscani è fornito dalle oltre cento fotografie allestite al piano terra della galleria: un'antologia che ripercorre gli interessi e gli sviluppi formali dell'artista, abbracciandone l'intera carriera. Curata dallo stesso autore, la sequenza di immagini affonda le sue radici negli anni giovanili del fotografo (parte dei quali trascorsi nelle aule della Kunstgewerbeschule di Zurigo) per arrivare alla consacrazione e alla fama raggiunte in età matura (emblematici sono a riguardo gli scatti di moda, le scioccanti campagne di comunicazione e i ritratti di personalità del mondo dell'arte come Andy Warhol). LA MOSTRA DI TOSCANI A TORINO Più intimista e ricercata è invece la seconda parte del percorso espositivo. Al piano nobile dell'edificio a occupare la scena è infatti una serie di scatti impressi per la prima volta su lastre di cemento: un formato inconsueto e sperimentale, che conferisce nuovo corpo e tridimensionalità a opere entrate nel nostro immaginario collettivo. Tra queste il famoso manifesto Jesus Jeans ‘Chi mi ama mi segua’, Bacio tra prete e suora del 1992, e Tre Cuori White/Black/Yellow del 1996. IL PROGETTO SUL GRANDE CRETTO La stessa tecnica, ma con soggetto e risultato differenti, è anche impiegata nella serie sul Cretto di Gibellina, un corpus inedito di fotografie presentate per la prima volta negli spazi della galleria torinese.  Realizzati per una campagna pubblicitaria di moda, gli scatti immortalano l'enorme opera di Land Art creata da Alberto Burri negli anni Ottanta sui territori del comune siciliano distrutto dal sisma del 1968. Attraverso inquadrature dall'altro e quadrangolari, Toscani racconta il “labirinto” di cemento, conducendo lo spettatore tra le ferite del terremoto. Le opere sono qui poste in dialogo con i Cretti di Burri parte della collezione Mazzoleni. [Immagine in apertura: Oliviero Toscani, Untitled, 1991. Giclée print on microcement on okumè wood panel, 70 x 100 cm. 27 1/2 x 39 3/8 in © Oliviero Toscani. Courtesy the Artist, Mazzoleni, London – Torino]
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