Renoir. L'alba di un nuovo classicismo
sulla mostra
La mostra al Palazzo Roverella di Rovigo dal titolo Renoir. L’alba di un nuovo classicismo, a cura di Paolo Bolpagni, è una straordinaria occasione per comprendere il ruolo fondamentale che ha svolto nel corso della lunga carriera del pittore francese l'arte del Belpaese. Alla fine degli anni Settanta dell'Ottocento Renoir infatti stava mettendo in discussione l’arte di matrice impressionista. Un viaggio in Italia sarà per lui uno spunto per riconsiderare il proprio linguaggio artistico.
RENOIR E L’ITALIA
Prima tappa del viaggio di Renoir è Venezia, che raggiunge nel 1881. L'arte veneta è per lui una rivelazione. Contempla i capolavori di Giotto a Padova e poi si reca a Firenze. L'itinerario lo porta in seguito a Roma: le Stanze di Raffaello in Vaticano lo colpiscono per la loro bellezza senza tempo. A Pompei Renoir scopre la persistenza di un passato cristallizzato da un evento drammatico. Si innamorerà poi della luce di Capri prima di recarsi in Sicilia, l'ultima tappa del suo Grand Tour.
LA MOSTRA SU RENOIR A ROVIGO
La mostra di Palazzo Roverella a Rovigo presenta ben quarantasette dipinti di Renoir su ottantatré opere in totale prestate da istituzioni museali di Francia, Austria, Svizzera, Germania, Danimarca, Paesi Bassi e Principato di Monaco. Oltre ai capolavori del maestro francese troviamo anche capolavori di autori come Vittore Carpaccio, Tiziano, Romanino, Peter Paul Rubens e Giambattista Tiepolo, che esercitarono una forte influenza su Renoir. Tra i suoi conterranei troviamo i dipinti di Jean-Auguste-Dominique Ingres, che risiedette per lungo tempo a Roma a Villa Medici, ma anche i lavori dello scultore Aristide Maillol. Corposa la presenza degli “italiens de Paris”, tra i quali Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi e Medardo Rosso. Insospettabili rimandi all'arte della seconda fase di Renoir, caratterizzata da un linguaggio più classico, sono riscontrabili anche in opere risalenti a epoche decisamente successive, come quelle di artisti del calibro di Armando Spadini, Giorgio de Chirico, Filippo de Pisis o Carlo Carrà, ma anche nelle sculture di Marino Marini, di Arturo Martini e di Antonietta Raphaël Mafai.
[Immagine in apertura: Pierre-Auguste Renoir, Roses dans un vase, 1900. Kunsthaus, Zurigo]