5 borghi da visitare nel weekend di Pasqua
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Il weekend di Pasqua è alle porte, e per molti rappresenta la prima occasione dell'anno per una bella gita fuori porta. Ecco cinque mete che vi suggeriamo di visitare. Bellezze nascoste, ideali per passare del tempo tra storia, natura e cultura.
I borghi della nostra Penisola
rappresentano una delle mete più ambite dai turisti stranieri che raggiungono il nostro territorio. Questi “scrigni” di bellezza e
natura sono infatti il baricentro stesso della nostra identità
nazionale, capaci di condensare in pochi chilometri quadrati storia,
cultura e tradizioni secolari.
Circondate dalle montagne o a due passi
dal mare, queste gemme segrete costituiscono un incredibile
patrimonio (in molti casi persino certificato dall'Unesco). In vista
delle imminenti festività pasquali abbiamo selezionato cinque
destinazioni ideali: luoghi lontani dalle mete del turismo
convenzionale, che aspettano di essere conosciuti, raggiunti e
ammirati.
SPELLO, IL PAESE DEL FIORI
Piacevole da visitare tutto l'anno, il piccolo borgo in provincia di Perugia dà certamente il meglio
di sé in primavera. È in questa stagione infatti che la località
(situata ai piedi del Monte Subasio) si popola di odori e colori.
Merito dell'infinita gamma di fiori che ne riempiono vicoli e
piazzette: una tavolozza di tinte sapientemente mescolate grazie
alla collaborazione degli abitanti.
Ma al di là dell'aspetto certamente
pittoresco creato dalle composizioni floreali che decorano ogni
angolo di questa meravigliosa cittadina, Spello è soprattutto
storia. I segni del dominio romano sono presenti su tutto il
territorio, dalle antiche mura alle porte di accesso (come le Torri
di Properzio). Di notevole interesse anche i palazzi del periodo
rinascimentale e la Collegiata di Santa Maria Maggiore, che presenta
tra gli altri anche una splendida cappella affrescata dal
Pinturicchio.
SABBIONETA CITTÀ IDEALE TRA PASSATO E
FUTURO
Sabbioneta è uno dei borghi più
incantevoli e strategici della Lombardia, tappa obbligatoria per chi
vuole visitare la regione. Costruita per volere del duca Vespasiano
Gonzaga sulla base dei canoni rinascimentali della “città ideale”,
questa località in provincia di Mantova (inserita dal 2008 tra i
siti italiani Unesco) è uno scrigno di arte e architettura. Prova ne
sono il delizioso Teatro all’Antica, le meravigliose stanze del
Palazzo Ducale con i soffitti lignei in stile manierista, il Palazzo
Giardino e il lungo “corridoio” esterno che costeggia piazza
Castello. Una città, insomma, dove tutto appare sapientemente
disposto sulla mappa, conducendo i visitatori in un viaggio temporale
di oltre cinquecento anni, senza però voltare le spalle al
presente. Anzi, al futuro, vista l'avveniristica pista ciclabile
progettata da CRA-Carlo Ratti Associati che unirà la città alla
vicina Casalmaggiore: un percorso tra alberi, dotato di una serie di
sensori digitali per misurare le condizioni dell'ambiente.
IL GIARDINO DEI TAROCCHI
Per gli amanti della natura e delle
contaminazioni tra arte e ambiente, la meta che consigliamo di
segnare in agenda è senza dubbio Garavicchio (frazione di Capalbio),
nel cuore della Maremma Toscana. È qui che si trova il celebre
Giardino dei Tarocchi, il percorso onirico progettato nel 1979 dalla
scultrice Niki de Saint Phalle (sull’esempio del visionario Parc Güell di Antoni Gaudí a Barcellona e del Sacro Bosco di
Bomarzo).
Sono ventidue le sculture presenti nel
parco, tutte costruite in acciaio e cemento, e ricoperte di specchi,
vetri e ceramiche colorate. Disseminate nel paesaggio naturale
circostante, le opere – molte delle quali persino abitabili – rivelano tratti archetipici: draghi,
diavoli, regine e profeti puntellano il grande spazio, conducendo
chiunque decida di imbattersi nella magia di questo luogo in una vera
e propria esperienza mistica, tra arte e spiritualità.
MONTALTO DELLE MARCHE, NON SOLO PAPA
SISTO V
Ne avrete già sentito parlare negli
ultimi mesi, anche in relazione alla rassegna espositiva curata da
Vittorio Sgarbi e Daniela Tisi in occasione del cinquecentenario dalla nascita di Papa Sisto V (la mostra, ospitata a Palazzo
Paradisi, è in corso fino al 30 giugno 2022). Eppure Montalto delle
Marche rappresenta molto di più del luogo di origine del cosiddetto
“papa tosto”, che qui trascorse parte della sua infanzia
rimanendovi legato anche dopo gli incarichi a Roma. Dietro l'anima
storica indubbiamente connessa a questa figura del passato, si nasconde
infatti una delle località più affascinanti dell'entroterra
ascolano.
Situato a pochi chilometri dal mare e
dalle montagne innevate dei Sibillini, il paese spicca per le sue
numerose strutture medievali che punteggiano il
centro storico: da piazza Umberto I a Palazzo Paradisi, a cui si
aggiungono le numerose chiese e gli edifici di stampo religioso
distribuiti su un folto “tappeto” di sampietrini. Siti che
conservano un passato secolare, e che oggi promettono di aprirsi al
futuro (anche grazie al sostanziale progetto di rigenerazione avviato
per ripopolare il territorio nel segno delle arti e della cultura).
Fateci un salto: il panorama che potrete osservare dal punto più
alto del paese vi lascerà senza fiato.
CISTERNINO E L'ARCHITETTURA VERNACOLARE
Mettete da parte le chiese monumentali
di Ostuni o gli iconici trulli di Alberobello. Cisternino per certi
versi non presenta nessuno dei tratti più ricercati dal “mainstream”
del turismo pugliese. Eppure, per altri aspetti, racchiude l'anima più profonda del “tacco dello Stivale”.
Riconosciuto come uno dei borghi più
affascinanti delle Valle d’Itria, Cisternino (in provincia di
Brindisi) è un tripudio di luce, grazie alle numerose case bianche e
al sole mediterraneo che le accarezza.
Nato sulle basi di un antico
insediamento romano, e ricostruito dai monaci basiliani nel Medioevo,
il borgo è stato, nel corso delle epoche, un crogiolo di culture:
da qui passarono infatti angioini, veneziani e turchi, lasciandovi
numerose testimonianze. Tutte ancora visibili: dal Palazzo del
Governatore alla torre di Porta Grande, dalla chiesa di San Nicola al
santuario della Madonna d'Ibernia. Ma ad affascinare è soprattutto
l'“architettura spontanea” che caratterizza il centro storico: un
capolavoro di edilizia popolare dettata dalla sapienza di scultori,
muratori e scalpellini rimasti senza nome.
[Immagine in apertura: Montalto delle Marche (Ascoli Piceno)]