Dove si svolgerà l'Expo 2030? Dopo il ritiro volontario di Mosca, restano in lizza Odessa, Busan, Riyadh e Roma. La capitale italiana punta tutto sul tema "Persone e territori: rigenerazione urbana, inclusione e innovazione" e sul progetto sviluppato dallo studio CRA-Carlo Ratti Associati, con l'architetto Rota e l'urbanista Burdett.

Conclusa l'esperienza di Expo Dubai 2020, eccezionalmente slittata al biennio 2021-2022 a causa della pandemia, i riflettori sono già puntati sulla prossima esposizione universale: si terrà a Osaka, in Giappone, dal 13 aprile al 13 ottobre 2025 all'insegna del tema guida "Designing Future Society for Our Lives". Parallelamente quattro città sono in corsa per diventare sede di Expo 2030 e l'anno in arrivo sarà quello decisivo. A novembre 2023, infatti, verrà ufficialmente scelta la vincitrice fra Odessa (Ucraina), Busan (Corea del Sud), Riyadh (Arabia Saudita) e Roma, ancora in lizza dopo il ritiro volontario di Mosca. In questa sfida l'architettura gioca un ruolo centrale, come dimostra il diretto coinvolgimento di affermati studi di progettazione: da Zaha Hadid Architects, cui si deve il masterplan per la città ucraina, a CRA-Carlo Ratti Associati, al lavoro sulla candidatura della capitale italiana.IL PROGETTO DI CARLO RATTI ASSOCIATI PER ROMA EXPO 2030 Dopo l'esperienza milanese di Nutrire il pianeta, energia per la vita, datata 2015, ancora una volta l'Italia potrebbe ospitare il grande evento globale. Roma punta tutto sul tema Persone e territori: rigenerazione urbana, inclusione e innovazione e sul masterplan che lo studio CRA, già autore del padiglione nazionale a Expo Dubai 2020, ha sviluppato insieme all'architetto Italo Rota, all'urbanista Richard Burdett e a partner come ARUP (per la sostenibilità, le infrastrutture e i costi), LAND (per la progettazione del paesaggio) e Systematica (per la mobilità). Come noto, in caso di assegnazione, Expo 2030 Roma avrebbe luogo nell'area di Tor Vergata, conosciuta per l'omonimo polo universitario e per la presenza di particolari strutture, in primis le cosiddette "Vele" di Santiago Calatrava in stato di abbandono da anni. Attraverso un piano di sviluppo sostenibile a lungo termine, l'esposizione potrebbe riscrivere il destino di questo quadrante della Capitale, dando forma a un nuovo e innovativo distretto concepito con dotazioni completamente riutilizzabili al termine della kermesse.A ROMA IL PIÙ GRANDE PARCO SOLARE DEL MONDO Punto di forza del masterplan, che suddivide il sito di Expo 2030 Roma in tre aree principali denominate City, Boulevard e Park, è la realizzazione di un maxi parco solare: coprirebbe un'area pari a 150.000 mq e avrebbe una capacità produttiva di picco di 36 megawatt. Due condizioni che lo renderebbero, secondo la nota ufficiale, il "più grande parco solare urbano accessibile al pubblico del mondo". A formarlo sarebbero centinaia di "alberi energetici", in grado di aprire e chiudere i loro "pannelli", raccogliendo energia e offrendo ombra ai visitatori attesi.RATTI E ROTA RACCONTANO EXPO 2030 ROMA Secondo Carlo Ratti, socio fondatore di CRA-Carlo Ratti Associati e direttore del MIT Senseable City Lab, "Expo 2030 Roma mira a aprire nuovi orizzonti per le fiere mondiali e altri eventi su larga scala. Il nostro masterplan sperimenta processi collettivi di creazione di città, nuove strategie di condivisione dell'energia e trasformazioni urbane inclusive che vanno ben oltre i confini temporali e spaziali dell'evento”. In termini di "utopia realizzabile" si è espresso l'architetto Italo Rota, precisando che l'obiettivo è "far funzionare in sincronia gli ecosistemi naturali e le invenzioni tecnologiche, proprio come l'energia umana e naturale si intensificherebbero a vicenda", all'insegna di un "nuovo approccio agli eventi temporanei che potrebbe diventare la base di un nuovo modello di sviluppo urbano". [Immagine in apertura: Expo 2030 Roma. Credit CRA-Carlo Ratti Associati for Expo 2030 Roma]
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