Tra nuove acquisizioni e dipinti impressionisti, la Fondation Beyeler di Basilea celebra il suo giubileo con le sculture iperrealistiche di Duane Hanson, in attesa di inaugurare nuovi spazi.

Per i 25 anni dall'inaugurazione dell'edificio progettato da Renzo Piano, la Fondation Beyeler di Riehen, a poca distanza da Basilea, celebra un grande giubileo: l'intera superficie espositiva viene arricchita da un centinaio di opere incluse nella sua raccolta e realizzate da una trentina di grandi maestri dell'arte moderna e contemporanea, tra cui spiccano i nomi di Van Gogh, Monet, Cézanne, Henri “Il Doganiere” Rousseau, Picasso, Matisse, Andy Warhol, Rothko, Francis Bacon e Louise Bourgeois, messi in una relazione dinamica con l'arte di Anselm Kiefer, Marlene Dumas, Félix González-Torres, Tacita Dean e Rachel Whiteread. LE SCULTURE IPERREALISTE DI DUANE HANSON Un'aggiunta sorprendente è quella delle tredici opere di Duane Hanson: sculture iperrealistiche che raffigurano scene quotidiane, ad esempio alcuni operai intenti a riposare, un imbianchino che scende da una scala a pioli, un giardiniere che guida un tosaerba, alcuni bambini che giocano. In qualche modo le sculture di Hanson si collocano in una posizione intermedia tra le opere d'arte e i visitatori in carne e ossa: le sue installazioni rendono ancora più vivi gli ambienti resi luminosi e teatrali dall'accorta regia delle architetture di Renzo Piano. Si tratta quasi di una “mostra nella mostra”, ed è la prima volta che le creazioni di Hanson (alcune provenienti dal lascito dell'artista, altre in prestito da collezioni pubbliche e private) vengono inserite in maniera studiata all'interno di un contesto museale, in dialogo con la collezione permanente. L'esperimento, va detto, è riuscito: la presenza delle statue contribuisce ad alleggerire con ironia l'atmosfera solenne che pervade il museo: basti pensare, ad esempio, alla coppia di anziani intenta a osservare l'opera di Rothko o alla madre con la carrozzina tra le longilinee figure di Giacometti. LA MOSTRA PER I 25 ANNI DELLA FONDATION BEYELER La mostra del giubileo è curata da Raphaël Bouvier e occupa venti sale, tra le quali alcune sono dedicate in maniera monografica a un singolo artista, come quelle che vedono protagoniste le opere di Joan Miró, Paul Klee, Marlene Dumas, ma anche Claude Monet, Henri Matisse o Alberto Giacometti. Una sola sala per tutte le opere di Picasso, invece, sarebbe impossibile, dacché la Fondazione Beyeler ne possiede una trentina! L'occasione permette anche di contemplare i nuovi acquisti della collezione, tra cui spicca Rachel Whiteread con la sua Poltergeist, un'opera ispirata al lockdown del 2020, e La Source ou Nu dans la baignoire, un dipinto di Pierre Bonnard del 1917, la prima opera delle avanguardie novecentesche acquisita dalla Fondazione dopo la morte dei coniugi Beyeler che diedero vita al museo nel 1997. L’AMPLIAMENTO DELLA FONDATION BEYELER FIRMATO PETER ZUMTHOR La mostra del giubileo rende manifesti i motivi che hanno portato la Fondazione a intraprendere gli onerosi lavori per espandere la superficie espositiva con un nuovo edificio museale, progettato dall'architetto svizzero Peter Zumthor, Premio Pritzker nel 2009. L'edificio attuale infatti risulta insufficiente a esporre con la dovuta comodità e agevolezza di spazi la grande collezione raccolta da Ernst e Hildy Beyeler, composta ormai da oltre 400 opere che vanno dall'Impressionismo all'arte contemporanea, fra dipinti, disegni, sculture, fotografie, installazioni e video.[Immagine in apertura: Installation view Mostra del giubileo: special guest Duane Hanson alla Fondation Beyeler, Riehen/Basilea, 2022 © The Estate of Duane Hanson/2022, ProLitteris, Zurich Foto: Mark Niedermann]
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